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Sì o no dei partigiani
Strascico di polemiche

Il referendum sta dividendo l’Anpi (Associazione partigiani) di Soave. Il caso era stato sollevato dal presidente della sezione Augusto Suppi, che è anche vicepresidente provinciale: lamentava il fatto di stare perdendo aderenti, dopo la presa di posizione dell'Anpi nazionale a favore del No al referendum di domenica scorsa. «Ci sono nostri aderenti favorevoli e contrari alla riforma costituzionale», faceva notare Suppi.

Ma Antonio Tosadori, che fa parte del direttivo di Soave e siede anche nel Comitato provinciale dell'Anpi, contesta: «Sono profondamente contrario al comportamento tenuto nell'ultimo periodo dal cavalier Augusto Suppi. Ha utilizzato il documento del consiglio direttivo, condiviso all'unanimità e redatto per evitare spaccature al nostro interno, che io stesso ho scritto e inviato all'Anpi provinciale, regionale e nazionale, ma che doveva restare all'interno dell'Anpi».

«Suppi lo ha utilizzato per fare propaganda elettorale a favore del sì», ritiene Tosadori, «utilizzando e firmando parecchi interventi sulla stampa locale, con la sua carica di segretario di sezione».

Controreplica del presidente dell'Anpi soavese: «Non sono io che ho fatto propaganda per il sì sui giornali, è semmai l'Anpi nazionale che ha fatto propaganda per il no. Perché sarei dovuto rimanere zitto davanti a questa presa di posizione, a mio giudizio, sbagliata? Ho ricevuto molte telefonate e richieste degli iscritti in tal senso, anche per il mio ruolo di vice presidente provinciale».

«Era ora che qualcuno alzasse la testa», ritiene Suppi, «senza sottostare alla scelta fatta da pochi e non condivisa con la base dell’associazione. Avrei dovuto starmene zitto, secondo Tosadori, invece ritengo che, per il ruolo che mi è stato affidato e che ho assunto, era doveroso da parte mia manifestare il malcontento ed il disagio di molti aderenti, di fronte alla decisione dell’Anpi nazionale».

«Tra noi c’erano favorevoli al si e altri al no e il documento di condanna è stato condiviso all’unanimità dal direttivo», sottolinea Suppi. «Perché tenerlo nascosto?».

Zeno Martini

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