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Sì dei cittadini alla fusione
Belfiore e Caldiero si uniscono

Le elementari di Caldiero che hanno ospitato l’assemblea pubblica sulla fusione con Belfiore FOTO AMATO
Le elementari di Caldiero che hanno ospitato l’assemblea pubblica sulla fusione con Belfiore FOTO AMATO
Le elementari di Caldiero che hanno ospitato l’assemblea pubblica sulla fusione con Belfiore FOTO AMATO
Le elementari di Caldiero che hanno ospitato l’assemblea pubblica sulla fusione con Belfiore FOTO AMATO

Hanno voluto sapere le criticità, oltre che gli aspetti positivi. Taluni hanno dichiarato che sarebbero stati più propensi alla fusione a quattro Comuni, ossia anche con Colognola ed Illasi. Molti dei presenti comunque si sono detti a favore della fusione.

Sono i cittadini, oltre un centinaio, di Belfiore in maggioranza ma anche di Caldiero, che hanno riempito la nuova sala civica sopra alla scuola elementare di Caldiero, venerdì sera, alla prima assemblea sulla fusione indetta dalle amministrazioni comunali di Caldiero e Belfiore.

«Lo studio commissionato e depositato in Regione sull’ipotesi di fusione tra Caldiero e Belfiore per far nascere un nuovo Comune che si chiamerà Belfiore Caldiero Terme, non contempla alcun aspetto negativo», ha chiarito il sindaco di Caldiero Giovanni Molinaroli, «per il semplice fatto che le criticità ci saranno sicuramente, ma verranno affrontate a mano a mano che si presentano, una volta che si giungerà alla fusione tra i due centri. L’unico ostacolo vero è il campanilismo, che però dobbiamo superare».

«I cittadini saranno chiamati ad esprimersi nel prossimo autunno con un referendum», ha annunciato il consigliere comunale delegato alla fusione, Paolo Albertini, «verrà indetto dalla Regione tra il prossimo novembre e il 15 gennaio del 2017. Non sarà vincolante, ma avrà un valore consultivo, ovvero, la Regione dovrà in qualche modo tenere conto della volontà dei residenti che si recheranno alle urne».

Attualmente Belfiore conta 3.108 residenti, mentre Caldiero ne ha 7.741. Dunque i due Comuni insieme conterebbero quasi 11 mila abitati. Il nuovo maxi Comune diventerebbe il ventunesimo per dimensioni della provincia di Verona, con un territorio di 37 chilometri quadrati, più grande di quello di San Bonifacio e simile per ampiezza al territorio di Tregnago.

«È un’opportunità che dà lo Stato, quella della fusione, e che noi amministratori ci siamo sentiti in dovere di proporre ai nostri concittadini», ha spiegato Molinaroli. Cinque anni fa, nel 2011, i Comuni italiani erano 8.100, mentre oggi sono 8 mila, un centinaio in meno per effetto delle fusioni.

In Veneto nel 2011 i Comuni erano 581, mentre oggi sono 576. Alcune amministrazioni, infatti, hanno deciso di unirsi per creare un unico ente. L’ultimo in ordine di tempo ad aver intrapreso questa strada, costituitosi ufficialmente lo scorso febbraio, è il Comune di Alpago, nel Bellunese, nel quale sono confluiti tre paesi.

La Provincia autonoma di Trento ha deciso di avvalersi molto più di altri territori di questa possibilità offerta dallo Stato. Difatti, nel 2011 i Comuni trentini erano 217, mentre nel 2016 si sono ridotti a 178. «È lampante che qualcuno ne stia approfittando più di altri», è stata la conclusione dell’assessore all’Informatizzazione Umberto Ligorio.

«Solo se ci fonderemo, avremo trasferimenti dallo Stato pari a 720 mila euro l’anno per dieci anni e 550 mila euro dalla Regione, per i prossimi tre anni”, ha aggiunto Ligorio. «Inoltre, in caso di bandi ed assegnazioni regionali, il Comune appena fuso sarebbe agevolato rispetto ad un Comune delle stesse dimensioni», ha fatto presente il sindaco di Caldiero.

«Un altro vantaggio sarebbe quello della possibilità di ingaggiare personale, mentre attualmente i Comuni non possono prendere nuovi dipendenti», ha espresso il consigliere Albertini. «Oltre a questo, sarà possibile effettuare un taglio consistente sui costi della politica e sui costi della macchina amministrativa, visto che ci sarebbe un unico segretario comunale, un solo sindaco, una sola giunta che avrebbe cinque assessori ed un solo Consiglio comunale».

Rassicurazioni sono state date sui servizi diretti ai cittadini e sulle sedi municipali. «I servizi sul territorio e gli sportelli nei due municipi rimarrebbero esattamente come oggi», ha assicurato Ligorio. I Comuni di Caldiero e Belfiore, assieme alla delibera con la volontà espressa dai due consigli comunali di fondersi, hanno depositato a Venezia anche una proposta di Statuto e di regolamento per il nuovo Comune unico. Il primo passo è stato fatto, ora si attendono le elezioni.

Zeno Martini

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