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«Sì a uno strumento necessario e che non cancella la storia»

Roberto Turri (e Enrico Specchio) a San Giovanni Ilarione FOTO PECORA
Roberto Turri (e Enrico Specchio) a San Giovanni Ilarione FOTO PECORA
Roberto Turri (e Enrico Specchio) a San Giovanni Ilarione FOTO PECORA
Roberto Turri (e Enrico Specchio) a San Giovanni Ilarione FOTO PECORA

«Oggi da sindaco non posso decidere perché non ho mezzi: la fusione è uno strumento necessario. Non sarà la fusione tra due municipi a cancellare la storia dei paesi»: così il sindaco di Roncà Roberto Turri, in un semideserto teatro parrocchiale a San Giovanni Ilarione, ha ribadito che solo con le risorse che la fusione porterà con sé sia i cittadini di Roncà che quelli di San Giovanni potranno avere servizi e maggiori possibilità. Al suo fianco il consigliere ilarionese Davide Creasi. «Uffici potenziati e specializzati, minori spese, investimenti anche su opere che consentiranno risparmi futuri: questo è il punto di partenza di una fusione a cinque, proposta a tutti nel 2014, a cui si potrà arrivare per incorporazione semplificata degli altri Comuni». Turri, dopo aver invitato sindaci di Comuni che si sono fusi, ha invitato un tecnico e cioè Enrico Specchio, direttore del dipartimento Enti locali e strumentali della Regione. Il dirigente regionale ha spiegato l'orientamento di Stato e Regione verso «il ridisegno e la semplificazione dei livelli di governo attraverso forme di associazionismo come unione e convenzione che possono chiudere con la fusione (che ha alla base ragioni storiche, culturali, etnografiche), un percorso di condivisione e collaborazione». SPECCHIO ha parlato di «contributi particolarmente significativi in un momento di forti tagli: straordinari dallo Stato per dieci anni (1,1 milioni l'anno stando allo studio di fattibilità, ndr), contributi regionali triennali (circa 500 mila euro da studio, ndr), sblocco del personale a tempo determinato e al turn over per 5 anni nei limiti del patto di stabilità, mantenimento di ogni eventuale contributo in essere per ogni Comune, corsie preferenziali nell'assegnazione di bandi europei attraverso la Regione. Cambiamenti nella quotidianità non ce ne sono, i documenti restano validi fino a scadenza». POI, SOLLECITATO da alcune domande, Specchio ha detto che, riguardo la conservatoria del registro immobiliare (Verona per Roncà, Vicenza per San Giovanni ) «non c'è alcun cambiamento e non ci sarà alcuna ricaduta sulla definizione geografica di aree inserite nelle commissariate Comunità montane». Quanto all'esito del referendum, «nel valutarlo, il Consiglio regionale considererà voto complessivo, per territorio e partecipazione». «È una questione amministrativa», ha ribadito Turri chiarendo come, alla luce del totale della popolazione, «l'indebitamento pro capite di Roncà risulta superiore a quello di San Giovanni, ma in termini assoluti è il contrario. Non porto avanti la fusione per mascherare difficoltà ma per ciò che porta. Il nuovo sindaco, che potrà avere tranquillamente un buon rapporto coi cittadini, lo sceglieranno questi ultimi tra chi si candida e prende un voto in più. Altre forme di collaborazione? Di quelle prospettate da chi si è defilato non se n'è fatto nulla». «Se tornassi indietro», ha concluso Turri, «riproporrei questa opportunità e invito i cittadini di Roncà a sentire anche le ragioni del no». P.D.C.

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