<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ruspe all’ex Ricamificio Finalmente la pulizia

Ruspa in azione nell’area dell’ex Ricamificio di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
Ruspa in azione nell’area dell’ex Ricamificio di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
Ruspa in azione nell’area dell’ex Ricamificio di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
Ruspa in azione nell’area dell’ex Ricamificio di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO

Ruspe in azione a San Giovanni Lupatoto nell’area dell’ ex Ricamificio Automatico per effettuare gli interventi di pulizia dei cumuli di terra: tra pochi giorni le «montagne» che da oltre sei anni abbruttivano la zona saranno solo un ricordo. La ditta proprietaria dell’area, la Sara Srl, si è infatti messa all’opera per la pulizia. Un intervento concordato con l’amministrazione comunale. L’altro ieri il sindaco Attilio Gastaldello, il suo vice Fulvio Sartori, che ha la delega per l’urbanistica, e Roberto Facci, presidente della Consulta dell’ambiente, hanno effettuato un sopralluogo nell’ area assieme a un rappresentante della ditta e a un tecnico. «Nel momento stesso in cui la nuova proprietà si è presentata in municipio ho chiesto, prima ancora di valutare qualsiasi progetto, di procedere alla pulizia dell’area eliminando i cumuli di terra che hanno causato tanti problemi alle case confinanti», spiega il sindaco Gastaldello. «La proprietà ha risposto positivamente alle istanze cosicché sono iniziati gli incontri con gli uffici per definire le modalità di intervento; martedì sono iniziati i lavori. Un anno fa abbiamo aperto via Ricamificio, oggi togliamo i cumuli di terra tanto contestati. La prossima mossa sarà l’acquisizione del verde, per la costituzione di un parco, da unire a quello che verrà ricavato nella lottizzazione dell’ex cartiera Saifecs: l’ obiettivo è formare un grande polmone verde». Prima di effettuare l’intervento di pulizia, la ditta aveva eseguito le prove di laboratorio per le analisi del materiale accumulato, in costante contatto con l’amministrazione comunale. «La società Sara ha partecipato al bando per gli accordi urbanistici pubblico-privato che si è chiuso alla fine del 2017 e che aveva come oggetto l’edificabilità dell’area», spiega il vicesindaco Sartori. «In via preliminare abbiamo chiesto come Comune, per approfondire il piano, l’intervento di sistemazione della superficie dell’ex opificio finalizzato a rendere “praticabile” l’area. Una volta completata l’opera, valuteremo la proposta avanzata». «Un ringraziamento va al consigliere Gianluigi Piccoli e all’assessore Luisa Meroni per l’apporto fornito nella gestione della vicenda», conclude il sindaco. Il complesso dell’ex Ricamificio era stato acquisito all’asta nell’ottobre scorso da una cordata di operatori e investitori rappresentata da un commercialista di Verona per un prezzo di poco superiore al milione di euro. L’ex Ricamificio era stato posto in vendita il 5 ottobre 2017 per 1,7 milioni di euro con fissazione di un’offerta minima di partecipazione a 1,293 milioni di euro. Per l’area dell’ex opificio di ricami (dove l’attività produttiva è cessata nel 1991) si trattava della terza asta. La prima si era tenuta nel dicembre 2016 con prezzo base fissato a 4,05 milioni di euro su un valore di mercato stimato di 5,9 milioni. Al primo tentativo di cessione non si erano presentati compratori e neppure al secondo. Il prezzo del bene era stato nel frattempo notevolmente ribassato dalla procedura di vendita (da 4 milioni a 1,7 milioni di euro), vista la mancanza di offerte di acquisto. Il complesso dell’ex Ricamificio, come si ricorderà, ospitava una delle fabbriche storiche lupatotine che dal 1926, anno della fondazione, fino al 1991, aveva dato lavoro a migliaia di donne del paese. Nel 2006, dopo la chiusura determinata da problemi finanziari, l’area era stata oggetto di un piano di recupero edilizio corredato da una convenzione. Il piano prevedeva la conversione dell’area da industriale in residenziale con possibilità di costruire 40 mila metri cubi (poi ridotti a 37mila), pari circa 125 appartamenti. In cambio di questo volume edificabile residenziale, la proprietà cedeva al Comune 14.200 metri quadrati dell’ area industriale (quella fino ad ora coperta dai detriti) con un polo culturale realizzato a propria cura e spese. •

Renzo Gastaldo

Suggerimenti