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Riunione straordinaria
di Acque Veronesi

Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi
Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi
Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi
Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi

L'indizione di una riunione straordinaria del Consiglio di amministrazione, che si svolgerà mercoledì prossimo, e la conseguente convocazione di un'assemblea dei soci. Sono queste le iniziative che ha adottato il presidente di Acque Veronesi Niko Cordioli, in seguito alla richiesta fatta giovedì alla società dell'idrico integrato dal presidente della Provincia Antonio Pastorello di incrementare l'uso di carboni attivi nella centrale idrica che alimenta gli acquedotti del Basso veronese, oltre che di aree del Padovano e Vicentino, allo scopo di abbattere ulteriormente i Pfas nelle acque. Pastorello aveva chiesto che i filtri a carboni attivi vengano cambiati più spesso, per far sì che la presenza delle sostanze pefluoro-alchiliche venga ridotta in misura tale che essa potrebbe rispettare anche i limiti più di recente aggiornati nel mondo. Ovvero, quelli di Stati Uniti e Svezia. Ora Acque Veronesi spiega che l'acqua che eroga la centrale di Madonna di Lonigo, che serve anche il Veronese, non solo rispetta i limiti vigenti in Veneto ma sarebbe conforme alle regole anche in Germania, Regno Unito, Olanda, Danimarca, Canada e Australia. Secondo l'azienda, poi, una comparazione con i parametri svedesi non è possibile, mentre per rientrare nel tetto americano sarebbe necessario cambiare più spesso i filtri, ogni tre mesi, con una spesa annua di 800mila euro solo per i carboni, a cui si aggiungerebbero altri costi. «Considerato che si tratta di un investimento ingente e che sinora queste operazioni sono state pagate dagli utenti con le bollette, ritengo sia giusto portare la questione all'attenzione dei soci», dice Cordioli. Intanto sulla vicenda Pfas interviene con una nota anche il ministero dell'Ambiente, spiegando che gli approfondimenti su possibili inquinamenti sono ora stati estesi a livello nazionale, che i 23 milioni di euro dell'accordo integrativo per il disinquinamento del Fratta-Gorzone saranno erogati non appena la Regione trasmetterà il programma degli interventi da finanziare e confermando l'impegno a reperire gli 80 milioni per i Pfas su cui si discute da cinque mesi. LU.FI.

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