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Richiedenti asilo, proposta in cinque mosse

Nadia Bevilacqua, consigliere di opposizione a  San Giovanni Ilarione
Nadia Bevilacqua, consigliere di opposizione a San Giovanni Ilarione
Nadia Bevilacqua, consigliere di opposizione a  San Giovanni Ilarione
Nadia Bevilacqua, consigliere di opposizione a San Giovanni Ilarione

Cinque mosse per prevenire eventuali problemi di convivenza legati all’arrivo di richiedenti asilo e rifugiati: è la ricetta della consigliera di minoranza Nadia Bevilacqua, la più battagliera, giovedì sera in Consiglio comunale, sul tema dei trenta posti messi a disposizione da una cooperativa sul territorio di San Giovanni Ilarione. «Collaborazione con le forze dell’ordine, impiego di telecamere per garantire maggiore sicurezza, collaborazione con i sindaci dei Comuni vicini, condivisione di alcune delle misure adottate dal Comune di Roncà, programmazione con la cooperativa dell’ impiego dei richiedenti asilo in lavori socialmente utili per non avere queste persone in giro per le strade a dar fastidio: bisogna prepararsi prima perché solo così si garantisce il controllo, la sicurezza e la tranquillità dei cittadini». PARTE del «protocollo Bevilacqua», pienamente sposato dal gruppo di minoranza guidato da Davide Creasi, è frutto dei consigli usciti solo la sera prima all’assemblea pubblica convocata dalla maggioranza del sindaco Luciano Marcazzan sul tema che da due mesi tiene banco in paese e cioè il fatto che la cooperativa San Francesco abbia partecipato all’ultimo bando della Prefettura per la ricerca di alloggi per richiedenti asilo e rifugiati indicando la disponibilità di 30 posti a San Giovanni Ilarione. Da maggio il primo cittadino ha aperto un dialogo con la Prefettura con l’obiettivo di evidenziare come 30 posti siano troppi per un paese di 5.000 abitanti e per avere informazioni utili, soprattutto, a sapere dove questi posti siano stati individuati al fine di effettuare anzitempo le verifiche che, una volta insediato il Centro di accoglienza straordinaria (Cas), al Comune sarebbero precluse. Marcazzan lo ha ribadito anche giovedì sera che, una volta aperto, un Cas diventa una entità autonoma all’interno del territorio sulla quale il Comune non ha voce in capitolo. «Abbiamo saputo che sono trenta posti in un unico contesto ma è davvero difficile capire dove: scartata l’ipotesi albergo, l’unica possibilità è che si tratti di più unita abitative vicine. Se qualcuno avesse segnalazioni o informazioni», si è appellato al paese Marcazzan, «ce lo faccia sapere in modo di consentire verifiche preventive». Solo così, come ha spiegato il sindaco, sarebbe possibile fermare eventuali situazioni non conformi. Di telecamere, vista l’imminente riattivazione del sistema di videosorveglianza, aveva parlato lui stesso all’assemblea come della possibilità di vagliare le misure contenute nell’atto di indirizzo con cui il Comune di Roncà, manifestando la volontà di equiparare l’accoglienza di richiedenti asilo ad attività alberghiere, ha messo in campo misure capaci di far da deterrente ad eventuali Cas. «L’IMPOSIZIONE fiscale non può essere ad personam, ma gli spunti vanno senz’altro valutati negli spazi normativi vigenti», ha detto Marcazzan evidenziando la propria preoccupazione per le problematiche sociali e di assistenza che si creerebbero in caso di arrivo di minori o di famiglie con minori e facendo tesoro dei suggerimenti avuti. Quanto ai lavori socialmente utili, «in altri paesi ho visto tute da lavoro perfettamente pulite. L’obbligo non c’è, ma sarebbe brutto vedere persone mantenute che non ricambiano l’accoglienza ricevuta». POI C’È IL DATO POLITICO: per i due gruppi di minoranza, Marcazzan, il suo no perentorio, lo avrebbe dovuto dire chiaramente da subito: «Il no ininfluente per la Prefettura», ha detto Creasi, «non lo è per i cittadini». Marcazzan non doveva attendere l’assemblea pubblica («non conosco nessuna persona sana di mente favorevole a questa cosa», aveva detto ribadendo il concetto anche in Consiglio) e nemmeno che fossero le minoranze a chiedere di affrontare la questione in Consiglio comunale. Marcazzan ha ribadito ancora una volta di aver atteso con la speranza di poter informare popolazione e Consiglio con dati certi che, dopo l’ultimo slittamento dovuti alle verifiche post gara, dovrebbero arrivare nel giro di un paio di settimane. •

Paola Dalli Cani

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