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Referendum sulla fusione
Turri «sveglia» la Regione

Roberto TurriLuciano Marcazzan
Roberto TurriLuciano Marcazzan
Roberto TurriLuciano Marcazzan
Roberto TurriLuciano Marcazzan

«Referendum sulla fusione? Bene la scelta di non farlo coincidere con quello sull’autonomia del Veneto ma si esca dall’impasse».

È questo ciò che il sindaco di Roncà Roberto Turri manda a dire tanto sia alla Regione Veneto che al collega di San Giovanni Ilarione, l’alter ego del progetto di fusione.

«Non ha senso difendere ancora la data del 22 ottobre (l’accorpamento era stato deciso da Zaia a maggio ndr) e non è corretto parlare ancora di contenimento dei costi: è vero che il doppio referendum, sebbene quello sulle fusioni riguarderà una dozzina di Comuni, comporterà un costo aggiuntivo», ammette il sindaco della Lega, «ma il governatore del Veneto Luca Zaia bene ha fatto a scindere le due questioni e non solo per evitare i pasticci legati all’uso della tessera elettorale (che si userà solo per il referendum sull’autonomia, ndr) ma soprattutto perché così ha voluto tutelare la volontà dei cittadini interessati dalle fusioni. È una scelta di serietà, ma ora la Giunta deve decidere».

L’ultima volta che i sindaci ebbero comunicazioni formali dalla Regione riguardo il referendum era il 30 giugno, quando si ritrovarono di fronte alla Direzione enti locali e strumentali per manifestare la loro posizione.

Da allora più nulla, anche per i sindaci di Belfiore e Caldiero che nella stessa data erano stati pure convocati per il loro progetto di fusione. Turri fa riferimento alle istanze di San Giovanni Ilarione di sospendere l’iter del referendum e a quelle di Roncà di procedere regolarmente. «Di certo in Regione non c’è nulla se non che il referendum dovrà svolgersi entro metà febbraio, termine ultimo per la legge di istituzione dei nuovi comuni unici. Solo con date certe inizierò a lavorare per provare a superare lo scetticismo di chi non capisce che solo fondendosi i Comuni potranno davvero essere dalla parte dei cittadini». L’invito a battere un colpo è anche per il collega ilarionese Luciano Marcazzan.

«Il 30 ottobre, termine da lui stesso indicato per sciogliere la riserva sulla fusione dopo una valutazione concertata, è dietro l’angolo, ma di incontri intercomunali non si sente parlare. Lo ribadisco: l’unico modo per verificare se la gente vuole la fusione è il referendum». P.D.C.

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