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Rame, ladri al cimitero di Pieve

Al cimitero di Pieve di Colognola sono rimasti solo i supporti che reggevano le grondaie FOTO AMATO
Al cimitero di Pieve di Colognola sono rimasti solo i supporti che reggevano le grondaie FOTO AMATO
Al cimitero di Pieve di Colognola sono rimasti solo i supporti che reggevano le grondaie FOTO AMATO
Al cimitero di Pieve di Colognola sono rimasti solo i supporti che reggevano le grondaie FOTO AMATO

A distanza di due anni pressochè esatti dall’ultimo furto di rame compiuto nel cimitero di San Vittore di Colognola, in questo periodo agostano i ladri sono tornati in azione, rubando in quello di Pieve. Anche stavolta i malintenzionati hanno fatto razzia di diversi metri di grondaie in rame in un camposanto in cui gli ultimi lavori si ristrutturazione e ampliamento si sono conclusi non da molto.

La banda dell’«oro rosso», che ha prelevato dall’esterno le canalette del cimitero, ha agito di notte, indisturbata e alla larga dagli sguardi delle persone che quotidianamente si recano sulle tombe dei propri cari e si tratta, in genere, di numero significativo di visitatori, dato che il camposanto di Pieve, dotato di chiusura notturna centralizzata, è anche a servizio della frazione di Stra’.

Della sparizione delle canalette, il Comune ha sporto denuncia sia ai carabinieri che alla Polizia locale, come ha fatto sapere il sindaco Claudio Carcereri de Prati, a cui compete la delega alla sicurezza del territorio.

Anche altri cimiteri del paese, come quello di Monte, nel capoluogo, sono stati in passato luogo di azioni deplorevoli da parte di maliventi i quali hanno sottratto fiori dalle tombe e scippato oggetti lasciati all’interno delle automobili parcheggiate sul piazzale esterno.

L’ultimo episodio avvenuto a Pieve ha indotto il sindaco Carcereri de Prati, alla guida del Comune da circa tre mesi, a fare una riflessione sulla questione sicurezza del paese, rassicurando, al tempo stesso, i cittadini: «Il problema dei furti è all’attenzione dell’amministrazione, sin dal suo insediamento: purtroppo è un fenomeno che si manifesta a macchia di leopardo e colpisce in genere sia le abitazioni che, ad esempio, anche i depositi agricoli. Tra i furti», precisa il sindaco, «un posto a parte hanno quelli del rame che sono per così dire "specialistici" e interessano più spesso luoghi isolati».

Il primo cittadino, che dopo la sua elezione ha subito incontrato in municipio sia i carabinieri che gli agenti della Polizia municipale attivi sul territorio, assicura che «l’azione delle Forze dell’ordine è costante, come ci risulta dai contatti che teniamo, e la collaborazione è ottima».

Sempre sul tema sicurezza, da neo presidente dell’Unione Comuni Verona Est, ente che ha competenza per la Polizia locale, Carcereri de Prati annuncia: «Assicuro che il nostro impegno è sia organizzativo che tecnologico. Alla Polizia locale è affidato, per regolamento dell’Unione dei Comuni Verona Est, il sistema di videosorveglianza, e quindi anche quello del nostro comune, che intendiamo estendere, soprattutto installando telecamere di nuova generazione». Si tratterebbe, in sostanza, di dispositivi collegati a un sistema di allarme che, collocati in luoghi piuttosto isolati, rilevano qualsiasi movimento anomalo e fanno scattare una segnalazione nei centri di sorveglianza.

«Devo peraltro precisare che gli esperti ci suggeriscono che un ottimo servizio di videosorveglianza si ottiene allorchè tutti gli accessi al territorio comunale siano presidiati», fa notare inoltre il sindaco, «vista l’oggettiva impossibilità di installare telecamere in ogni angolo del Comune. Tale obiettivo per un paese con le caratteristiche geografiche del nostro (ampio e dislocato in diverse frazioni, ndr), si presenta difficile da attuare concretamente, e ciò indipendentemente dai costi».

Pur assicurandone il potenziamento, Carcereri de Prati, avvocato e docente universitario di discipline giuridiche, osserva che «la videosorveglianza è un utile strumento ma non la soluzione di ogni problemi di criminalità, che ha radici profonde e coinvolge direttamente la capacità di prevenzione e repressione dello Stato».

Monica Rama

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