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Prima pietra
della scuola
E dentro una
pergamena

La cerimonia della posa della prima pietra della scuola che sorgerà a Colognola FOTO PECORA
La cerimonia della posa della prima pietra della scuola che sorgerà a Colognola FOTO PECORA
La cerimonia della posa della prima pietra della scuola che sorgerà a Colognola FOTO PECORA
La cerimonia della posa della prima pietra della scuola che sorgerà a Colognola FOTO PECORA

Se la muratura è iniziata con la posa della pietra, l’anima della nuova scuola primaria di Colognola c’è già tutta. A farla vibrare sono stati gli alunni dell’Istituto comprensivo del paese, presenti, con insegnanti e genitori, alla cerimonia che, con la posa del primo mattone, ha dato il via ai lavori di costruzione del futuro edificio nel polo scolastico di Naronchi.

Sono stati proprio loro, bambini delle elementari Broglio e ragazzi delle medie Fano, a fare da gioiosa scenografia all’evento, sottolineandolo i più piccoli con tanti tricolori stretti fra le mani e i più grandi suonando, con flauti e chitarre, l’Inno nazionale e la Primavera di Vivaldi, «brani l’uno istituzionale e l’altro benaugurale», ha precisato il professor Adolfo Zizza, docente di musica che ha preparato e diretto gli alunni. Un’esecuzione perfetta, evidenziata anche dai complimenti del sindaco Alberto Martelletto, che è tastierista in una band. «Prima di poter posare questa prima pietra, si sono dovute posare molte carte», ha esordito il primo cittadino, riferendosi al lungo iter che ha portato alla realizzazione dell’edificio, «ma sarà una scuola bella e innovativa, perché non abbiamo pensato al solito edificio “bussolotto” con tetto per coperchio, ma a uno stabile originale, funzionale e in armonia con l’ambiente».

Al proposito è intervenuto l’architetto Claudio Lucchin, curatore del progetto: «Colognola è un territorio meraviglioso fatto di colline, e la nuova scuola sarà proprio a forma di collina con un cortile a foggia di cuore, per significare che questa è una comunità che ha a cuore i suoi bambini. È una costruzione importante perché è il luogo dove i piccoli imparano, crescono, si educano alla qualità della vita ed è quindi doveroso dare loro un luogo di qualità». Il sindaco ha sottolineato che «avrà tutte le aule necessarie al suo funzionamento. Siamo all’interno di un polo scolastico che ci è invidiato da molti e per questo non dobbiamo fare doppioni o sprechi ma razionalizzare gli spazi, pertanto non ci sarà un’altra mensa, che già c’è, e neppure un’altra palestra, perché nel polo abbiamo il Palasport che, oltre a servire oltre mille cittadini sportivi, ospita anche gli alunni».

L’assessore all’istruzione Giovanni Migliorini, al termine del suo mandato, ha augurato che «la scuola diventi il centro, il cuore pulsante del paese, quale luogo di cultura, formazione e speranza», ricordando che «le pietre vanno sempre impiegate per costruire e non per tirarsele addosso». È intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio regionale Massimo Giorgetti (la Regione con il Cipe ha contribuito a finanziare la costruzione) che ha auspicato di poter ritornare tra due anni per il taglio del nastro della nuova scuola. Sui tempi d’inizio è stato più preciso il geometra comunale Gianbattista Pozza: «Fra pochi giorni entreranno in funzione le ruspe e si procederà alla costruzione». Prima che don Orazio Castagna, parroco di Pieve, e don Agostino Martinelli, parroco di Monte, procedessero con la benedizione, il dirigente scolastico Donatella Mezzari ha indicato lo stuolo colorato e disciplinato di alunni e insegnanti: «Questi sono i protagonisti della scuola, e insieme partecipiamo a questo evento con gioia e gratitudine per la lungimiranza dimostrata dalla comunità nell’investire proprio su un’istituzione educativa e di istruzione, sui bambini e sui ragazzi. È un atto di coraggio»

Curioso il rito di posa della prima pietra: nella colata di cemento iniziale è stato deposto un cilindro con dentro, a ricordo dell’evento, una pergamena (di cui sarà conservata copia nella futura scuola) e il giornale del giorno con qualche moneta.

Monica Rama

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