<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Poca neve e lastre di ghiaccio: è un rischio»

Tre vittime, dalla vigilia di Natale. Tre vite perdute per incidenti in montagna, tra Baldo, Carega e Pasubio. Domenica scorsa quattro interventi per il Soccorso alpino (Cnsas-Cai) di verona, 11 in totale per le squadre del Veneto. «Siamo costretti a ripeterlo, anche se piange il cuore di fronte alle tragedia: le condizioni invernali richiedono attrezzatura, esperienza, valutazione e prudenza», commenta Roberto Morandi, a capo della stazione scaligera. «Le condizioni della montagna, in questa fase dell’inverno, sono problematiche. Poca neve, ormai gelata e lastre di ghiaccio che rappresentano un rischio se non affrontate con dotazione adeguata e capacità». SALITE solitamente banali come le cime Trappola e Sparavieri in Lessinia ma anche punta Pettorina o cima Costabella sul Baldo, possono mettere in difficoltà: il ghiaccio vivo può tradire lo scialpinista come l’escursionista privo di ramponi e piccozza. Per molti una simile dotazione, sulle montagne di casa, rappresenta forse una sorta di eccesso di prudenza. «Ma bisogna adeguarsi alle condizioni», ammonisce ancora Morandi. «L’attrezzatura va portata con sé, poi serve l’esperienza per capire quando e come servirsene. Non basta informarsi dai “Post“ su Facebook e partire perché “tanto è un percorso facile“: le condizioni sulle nostre montagne, attualmente, sono così: rese difficili dall’andamento della stagione. E di ciò va tenuto conto». NELLA CASISTICA di intervento del Corpo nazionale di Soccorso alpino del Cai figurano inoltre, sempre più spesso (domenica scorsa, due degli interventi della squadra veronese) gli episodi di smarrimento causati dal fenomeno del «whiteout», la combinazione tra riflesso della neve e nebbia fitta, che possono indurre ad errori fatali chi non abbia gli strumenti (bussola e altimetro), la capacità di usarli e l’esperienza per affrontare una situazione in cui, in linea di massima, la prima misura di sicurezza è fermarsi, soprattutto se ci si trovi su terreno ripido ed esposto. «Non ci si deve sentire sminuiti dalla prudenza o da una rinuncia», dice Morandi. «La montagna, in inverno ancora più che in estate, non ammette la sottovalutazione». Se ad un prezzo terribile. P.M.

Suggerimenti