<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Pfas, ora anche Miteni
chiede un tavolo tecnico

Acqua ad uso irriguo
Acqua ad uso irriguo
Acqua ad uso irriguo
Acqua ad uso irriguo

Emergenza Pfas: prende posizione la ditta che viene considerata da tecnici e politici della Regione come la principale responsabile dell’inquinamento delle acque, sia di falda che superficiali, del territorio tra Verona, Vicenza e Padova.

«Concordiamo pienamente con quanti chiedono un tavolo tecnico di confronto sul tema dei Pfas (proposta inoltrata in questi giorni in Regione dai sindaci dell’area inquinata, ndr) e siamo pronti a partecipare, portando il nostro bagaglio di conoscenza tecnica», afferma Antonio Nardone, amministratore delegato dell’azienda chimica Miteni di Trissino, Vicenza, che da decenni produce sostanze perfluoroalchiliche, pur continuando ad affermare di non essere la responsabile dell’inquinamento. Azienda che, peraltro, ha annunciato che il suo nuovo piano industriale prevede una consistente riduzione della produzione dei Pfas già a partire da quest’anno.

«Stiamo assistendo a uno stillicidio di indagini sanitarie, che sono parziali per esplicita affermazione di chi le ha condotte, contraddittorie tra loro e in contrasto con i più significativi studi svolti in tutto il mondo», continua Nardone. «Alle legittime preoccupazioni di chi abita in questo territorio, tra cui ci siamo anche noi tutti di Miteni, va risposto con chiarezza e serietà e non con polemiche politiche».

«La nostra azienda effettua da sempre controlli sanitari accurati e costanti sui propri lavoratori. I risultati sono stati oggetto di uno studio scientifico, che è stato pubblicato su prestigiose riviste internazionali ed è stato messo a disposizione delle istituzioni, da cui risulta che non ci sono correlazioni tra alcuna patologia ed i Pfas», conclude l’ad.

Queste affermazioni sono state rese pubbliche alcune ore dopo che i sindacati che rappresentano i lavoratori dell’azienda, sia le Rsu che le segreterie provinciali vicentine di Cgil, Cisl e Uil, avevano chiesto che i dipendenti di Miteni venissero sottoposti agli stessi controlli previsti per i residenti nell’area maggiormente esposta all’inquinamento.

Una domanda che è stata fatta allo scopo di comparare i risultati delle analisi delle Ulss con quelli dei controlli aziendali e condita con affermazioni secondo le quali chi lavora alla Miteni avrebbe nel sangue valori di Pfas particolarmente elevati. I sindacati vicentini hanno chiesto inoltre che il tavolo tecnico sui Pfas non si occupi solo di salute ma anche delle ricadute occupazionali della situazione in essere.LU.FI.

Suggerimenti