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La polemica sull'acqua avvelenata

Pfas. «No autorizzazioni per Miteni»
L'azienda: «Il 99% non viene da noi»

La sede della Miteni a Trissino (Vicenza)
La sede della Miteni a Trissino (Vicenza)
La sede della Miteni a Trissino (Vicenza)
La sede della Miteni a Trissino (Vicenza)

«Non venga rilasciata la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) a Miteni Spa». Questo è l'appello che le Mamme no-Pfas lanciano in seguito all'incontro che hanno avuto nei giorni scorsi con i dirigenti della Provincia di Vicenza che dallo scorso mese di febbraio stanno vagliando la richiesta di riesame di un permesso senza il quale l'azienda chimica di Trissino, che secondo Arpav è la principale responsabile della contaminazione ambientale da sostanze perfluoro-alchiliche in atto in una vasta ariea posta a cavallo fra le provincie di Verona, Vicenza e Padova, non potrebbe continuare a lavorare.

 

Intanto però la stessa Miteni afferma che «i dati appena pubblicati da Arpav sulla presenza di Pfas nel 2017 nel collettore Arica (il "tubone che scarica a Cologna nel Fratta-Gorzone i reflui di cinque depuratori del Vicentino, ndr) dimostrano una costante presenza di queste sostanze in concentrazioni anche centinaia di volte più elevate rispetto al contributo di Miteni». «I Pfas a catena lunga e a catena corta presenti nel collettore Arica per oltre il 99% non provengono da Miteni. È la dimostrazione definitiva che oggi e in passato ci sono altre fonti di inquinamento che nulla hanno a che vedere con l’azienda di Trissino», dice Miteni.

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