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Pfas, ministero in campo Manderà il commissario

Genitori no Pfas a Roma con le magliette della campagna
Genitori no Pfas a Roma con le magliette della campagna
Genitori no Pfas a Roma con le magliette della campagna
Genitori no Pfas a Roma con le magliette della campagna

Luca Fiorin Pfas: il Governo nominerà entro un mese un commissario straordinario e proclama lo stato di emergenza. La notizia è emersa ieri a Roma, in una riunione al ministero dell’Ambiente. Un incontro fortemente voluto dalla Mamme no-Pfas, movimento popolare che comprende famiglie e cittadini di tutta l’area esposta alla contaminazione dovuta alle sostanze perfluoro-alchiliche, di cui tre rappresentanti, che erano accompagnate dall’esperto di temi idrici Luca Cecchi, del Comitato acqua libera dai Pfas, e dall’avvocato vicentino Andrea Bortolotto, sono riuscite finalmente ad avere da Governo e Regione risposte precise. Il fatto nuovo che è emerso dalla riunione è sicuramente il fatto che si sta concludendo l’istruttoria in corso per la nomina del commissario. Nomina che è previsto venga effettuata dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in seguito agli approfondimenti che il Governo sta conducendo assieme alla Protezione Civile, prima delle elezioni. «Ce lo hanno assicurato», spiega una delle mamme che ieri erano nella capitale, Michela Piccoli, «così, rispondendo alle domande che continuavamo a ripetere, ci hanno garantito che gli 80 milioni che erano stati stanziati più di un anno fa dal Governo per le condotte che dovranno portare acqua pulita nella zona rossa ora sono disponibili». Insomma, sarà che gli attivisti sono riusciti a mettere con le spalle al muro i politici o che in tempi erano diventati maturi, un primo incontro istituzionale positivo era già avvenuto lunedì, ma fatto sta che pare possa definirsi superata la lunga fase di stallo, condita da continui litigi fra Governo e Regione, che sinora aveva impedito l’avvio di ogni attività volta a risolvere in via definitiva il problema dell’approvvigionamento con acqua pulita degli acquedotti. Tanto che ieri, all’uscita della riunione, l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin affermava: «Con lo stesso clima costruttivo già riscontrato lunedì, si è ribadita la tempistica che intendiamo attuare con rigore e la massima collaborazione che ci sarà tra noi e il Ministero affinché ciò avvenga». La nomina del commissario, sul cui nome al momento nessuno azzarda previsioni, dovrebbe permettere di dimezzare i tempi dei lavori. Secondo quanto previsto dai tecnici ministeriali, ieri erano presenti la direttrice generale del Ministero Gaia Checcucci ed il capo di gabinetto Raffaele Tiscar, e regionali, rappresentati dal direttore generale Arpav Nicola Dell’Acqua, la gestione straordinaria delle opere può permettere la realizzazione degli interventi più urgenti nel giro di due anni. Si tratterebbe di lavori dal valore complessivo di una sessantina di milioni con i quali può essere garantito quasi del tutto l’approvvigionamento con acqua sicura della centrale di Almisano, Vicenza, che alimenta gli acquedotti di 21 comuni, di cui 13 del Basso ed Est Veronese. Centrale che adesso pesca dalla falda inquinata e può distribuire acqua entro i limiti, anzi a Pfas zero nella zona rossa, solo grazie a costosi impianti di filtraggio. Il piano generale di opere anti-Pfas previsto dalle autorità di bacino prevedeva investimenti complessivi per 230 milioni di euro. Poi, su richiesta del Ministero, si è arrivati a stabilirne come prioritarie solo alcune, per 120 milioni. Ora, da poco più di tre mesi, è in corso un lavoro volto a definire quelle che, fra di esse, vanno fatte per prime. Si tratterebbe delle condutture più corte e pare che si stia pensando a realizzare da subito una condotta che arriva da Recoaro, sempre nel Vicentino. Se su questo al momento non ci sono certezze, è invece chiaro come le opere verranno pagate. I 40 milioni che dovranno essere aggiunti agli 80 del Governo verranno infatti coperti con gli introiti delle bollette del servizio idrico integrato. Essi, infatti, saranno addebitati sul piano degli interventi delle società di gestione, ovviamente compresa Acque Veronesi, e quindi saranno pagati dai cittadini. Anche se, stando a quanto è stato ribadito ieri, questo non comporterà aumenti delle tariffe, bensì la posticipazione di altri interventi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Fiorin

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