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Persona al centro: Ceod all’ex base aeronautica

Il taglio del nastro affidato a Federico, uno dei ragazzi dell’Arcolaio FOTO PECORA
Il taglio del nastro affidato a Federico, uno dei ragazzi dell’Arcolaio FOTO PECORA
Il taglio del nastro affidato a Federico, uno dei ragazzi dell’Arcolaio FOTO PECORA
Il taglio del nastro affidato a Federico, uno dei ragazzi dell’Arcolaio FOTO PECORA

<COBIANCO> Paola Dalli Cani Il Monscleda daily care sarà l’esempio italiano, per il Demanio, di che cosa possa essere valorizzazione dei beni pubblici diversamente condannati all’abbandono: la notizia l’ha data ieri il sindaco di Roncà Roberto Turri all’inaugurazione del secondo blocco del Monscleda daily care, il centro dedicato ai bisogni della persona in cui è stata riconvertita la ex base Logistica dell’aeronautica. Ieri hanno debuttato il nuovo Ceod L’Arcolaio e altre strutture polifunzionali ricavate sul sedime dell’ex mensa del 67° Gruppo It. «Oggi muoiono due frasi, e cioè non si può fare e non ci sono soldi. Tutto è partito nel 2011», ha detto il direttore della Monscleda Luigino Righetto, «nel 2014 abbiamo inaugurato il centro diurno per anziani e la comunità alloggio psichiatrica, oggi tocca a Ceod e altri servizi. Magari tra tre anni toccherà ad una comunità alloggio residenziale per 20 posti». C’è passato, presente e futuro nelle sue parole: l’abbandono del compendio militare nel 1995, l’estenuante trattativa col Demanio portata avanti col Comune di Roncà (che ha acquistato parte delle aree prima che il compendio venisse ceduto gratuitamente), l’intervento, i nuovi servizi e ora un progetto per il primo piano lasciato al grezzo. È STATO FEDERICO, uno dei ragazzi dell’Arcolaio a tagliare il nastro per mostrare il primo piano riservato al Ceod, la mensa che nei fine settimana diventa ristorante per cene collettive, il blocco Sud trasformato in cinque unità abitative di housing sociale (due delle quali già occupate) e tutto il piano seminterrato che ospita i servizi con cui si fa inserimento lavorativo e si offre qualcosa al territorio. Ci sono la cucina, la palestra, l’atelier-sartoria Il puntaspilli, il laboratorio Sapori di grano per produzione pasta fresca e affini, la lavanderia Lavato e profumato che offre anche servizio a domicilio. Il tutto in un luogo immerso nel verde, «perché per noi prendersi cura di una persona non può prescindere dall’armonia e dalla bellezza», ha detto Righetto. Un lavoro mastondontico (reso possibile anche da un prestito di 2,5 milioni senza interessi da parte della Regione) reso possibile dal Comune e dalla caparbietà del sindaco Turri, e poi soci, operatori, dipendenti e volontari della Monscleda, operai, tecnici, ditte, Regione Veneto, Banco Popolare, Unicredit, Banca Prossima, Fondazione Cattolica e Fondazione Cariverona. LI HA RICORDATI tutti il presidente della Monscleda Giovanni Dal Cero appellandosi ai Comuni della valle: «Molto si potrebbe ancora fare a vantaggio di tutta la Val d’Alpone, servono collaborazione e condivisione». Parole di grande plauso, unite al ringraziamento, sono state espresse anche da Simone Carbognin (assessore del Comune di Montecchia di Crosara), dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, per lettera dalla collega ai Servizi sociali Emanuela Lanzarin, dal responsabile dei Servizi sociali dell’Ulss 9 Scaligera Raffale Grottola, da Loris Cervato (settore sociale di Lega coop Veneto) e da Erika Dal Degan (presidente di Confcooperative-Federsolidarietà a Verona). Poi è stata festa, affollatissima, alla quale hanno collaborato anche i ragazzi della Cooperativa Centro di lavoro San Giovanni Calabria di Bussolengo. •

Paola Dalli Cani

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