<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Pellegrinaggio sul colle di Vago

A San Giacomo del Grigliano di Vago in pellegrinaggio per adempiere un antico voto.

Le comunità parrocchiali di Lavagno e di San Martino Buon Albergo celebreranno martedì la festa di San Giacomo apostolo con un pellegrinaggio all’antica chiesa, iniziata e mai conclusa, sul colle del Grigliano di Vago. Il pellegrinaggio ricorda il voto fatto dalle comunità mentre infieriva l’epidemia di colera del 1855, che portò molti lutti anche a Lavagno e dintorni.

Domani cominceranno le celebrazioni le parrocchie di Lavagno: alle 7 quelle di San Pietro e di San Briccio, guidate dal parroco don Luca Tosi. Alle 8 sarà la volta della parrocchia di Vago con don Cristian Tosi. Alle 9 toccherà a quella di San Martino Buon Albergo di cui è parroco don Flavio Miozzi. Alle 20.30 chiuderà le celebrazioni la messa della comunità religiosa di San Giacomo che fa parte della congregazione fondata da San Giovanni Calabria.

La scoperta di alcune ossa contenute in un’urna su cui era inciso il nome dell’apostolo Giacomo spinse la comunità dei fedeli a conferire a Nicolò da Ferrara l’incarico di progettare una chiesa a cinque navate nel luogo in cui erano state rinvenute. La posa della prima pietra della chiesa avvenne nel 1397 per mano di monsignor Picinino, coadiutore del vescovo di Verona Jacopo de’ Rossi. Ma, già nella primavera successiva, il podestà di Verona Spinetta Spinola ordinò che i lavori venissero sospesi. La costruzione della basilica in stile gotico cessò quando nel 1407 papa Gregorio XII manifestò dubbi sulla veridicità delle reliquie. La controversia fu risolta definitivamente da papa Leone XIII nel 1886 con l’affermazione solenne che le sacre spoglie di San Giacomo apostolo riposano a Compostela e non a Vago.

La chiesa (quella oggi esistente nella parte che avrebbe dovuto comprendere il presbiterio della basilica) e il convento, sorto accanto ad essa, vennero affidati nel 1413 ai monaci benedettini di Santa Giustina di Padova, che sul Grigliano rimasero per trent’anni. Poi arrivarono gli Eremitani di Sant’Agostino, i Canonici Lateranensi di San Salvatore e nel 1451 i Benedettini di Monteoliveto, presenti anche in Verona a Santa Maria in Organo. Gli olivetani risiedettero a San Giacomo fino al 1771 quando Venezia soppresse il monastero. Il complesso venne affidato ai sacerdoti diocesani, poi ai Padri dell’Oratorio (i Filippini) che lo abbandonarono per contrasti con don Antonio Murari arciprete di Lavagno. Il colle passò in mano a proprietari laici. Nel 1895 venne acquistato dai fratelli Milani che vi edificarono la villa attuale. Nel 1936 il complesso venne comperato dai fratelli Battiato che nel 1951 lo donarono alla congregazione di San Giovanni Calabria. G.C.

Suggerimenti