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Pellegrinaggio a Vago
per onorare un antico voto

Pellegrinaggio a San Giacomo del Grigliano di Vago per adempiere un antico voto.

Le comunità parrocchiali di Lavagno e di San Martino Buon Albergo celebreranno domani la festa di San Giacomo apostolo con un pellegrinaggio all’antica chiesa, iniziata e mai conclusa, sul colle del Grigliano a Vago. Il pellegrinaggio si celebra per adempiere un voto espresso dalla comunità già nominate durante l’epidemia di colera che nel 1855 toccò anche le terre di Lavagno e dei Comuni limitrofi.

Questo il calendario delle celebrazioni: alle 7 nella parrocchia di San Pietro di Lavagno; alle 8 nella parrocchia di San Briccio di Lavagno; alle 9 nella parrocchia di Vago di Lavagno. Alle 10 sarà la volta della celebrazione della parrocchia di San Martino Buon Albergo. La sera alle 20.30 chiuderà la giornata la celebrazione della comunità di San Giacomo.

La scoperta di alcune ossa attribuite all’apostolo San Giacomo portò alla stesura di un grandioso progetto per la costruzione sul colle del Grigliano di una chiesa monumentale. La posa della prima pietra avvenne nel 1397 per opera di monsignor Picinino. Ma, già nella primavera dell’anno successivo, il podestà di Verona Spinetta Spinola (minacciato di morte dagli spagnoli che rivendicavano il possesso a Campostela delle autentiche reliquie di San Giacomo) ordinò che i lavori venissero sospesi. Cessarono quasi del tutto quando nel 1407 il papa Gregorio XII manifestò dei dubbi sulla veridicità delle reliquie ritrovate sul Grigliano.

La controversia con gli spagnoli venne risolta a loro favore da papa Leone XIII solo nel 1886: le spoglie di San Giacomo si trovano a Compostela e non a Vago. La chiesa (quella esistente grazie al tamponamento provvisorio ma così rimasto della parte che avrebbe dovuto essere il presbiterio della grande basilica) e il convento, sorto accanto ad essa, vennero affidati nel 1413 ai monaci benedettini di Santa Giustina di Padova. Essi vi rimasero per trent’anni e vennero sostituiti dagli Eremitani di Sant’Agostino, poi dai Canonici Lateranensi di San Salvatore e nel 1451 dai Benedettini di Monteoliveto. Nel 1771 la Serenissima soppresse il monastero.

Il complesso venne affidato ai sacerdoti diocesani, poi, ai Padri dell’Oratorio (i Filippini). Il colle passò poi a proprietari laici. Nel 1895 venne acquistato dai fratelli Milani che vi edificarono la villa . Infine, nel 1936 il complesso fu comperato dai fratelli Battiato che nel 1951 lo donarono alla congregazione di san Giovanni Calabria. Oggi territorio e costruzioni della parte alta del colle sono affidate alla comunità Exodus di don Mazzi, mentre nella parte bassa operano i preti di don Calabria. G.C.

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