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Nutrie, al via operazione per il loro abbattimento

Al via la campagna per l’abbattimento delle nutrie nella nostra provincia perché considerata pericolosa
Al via la campagna per l’abbattimento delle nutrie nella nostra provincia perché considerata pericolosa
Al via la campagna per l’abbattimento delle nutrie nella nostra provincia perché considerata pericolosa
Al via la campagna per l’abbattimento delle nutrie nella nostra provincia perché considerata pericolosa

Luca Fiorin Via all’operazione «elimina la nutria». Sono ricominciate con la prospettiva di trasformarsi a breve in una vera e propria campagna, le azioni volte ad abbattere i roditori. Quegli animali noti anche con il nome castorini sono considerati una fonte di pericolo. Secondo i gestori dei corsi d’acqua, infatti, le nutrie indeboliscono gli argini con la realizzazione delle loro tane. In base ad alcune stime, nel Veronese, sarebbero presenti fra i 160mila ed i 320mila esemplari di questa specie. Questa settimana in Provincia si è svolto un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti di quattro ambiti venatori, quelli che operano in territori in cui ci sono le nutrie, dei consorzi di Bonifica, c’era il presidente del Veronese Antonio Tomezzoli, e del mondo agricolo. «Si è trattato di un confronto approfondito dove si è deciso che ora, anche se di fatto le operazioni sono già avviate, venga stabilito un programma comune», spiega ilpresidente della Provincia Antonio Pastorello. Nelle zone rurali è previsto che gli animali siano uccisi soprattutto usando fucili da caccia mentre nei centri abitati saranno i Comuni a doversi organizzare, prevedendo la cattura con gabbie. Quelle stesse gabbie che potranno usare anche gli agricoltori, anche se poi comunque le nutrie dovranno essere abbattute. «Per far si che questo piano possa funzionare» , afferma il comandante della polizia provinciale Anna Maggio, «ci appelliamo ai vari attori coinvolti nella gestione delle nutrie». C’è la possibilità di dotarsi anche di strumenti per attuare la campagna: «I Comuni possono mettere a disposizione, anche consorziandosi, dei freezer dove stoccare le carcasse prima della loro distruzione, mentre gli agricoltori possono dotarsi di fucili ad aria compressa, che sono di libera vendita, per uccidere i roditori catturati», aggiunge. Quanto ai cadaveri dei roditori, per il loro smaltimento si attuerà in impianti di incenerimento, gestiti dai consorzi di bonifica. «Nei mesi scorsi questa attività era stata sostenuta solo con il contributo di qualche Comune ma ora la Regione ha stanziato per la nostra provincia 43mila euro, che verranno spesi per acquistare 30mila pallottole ed alcune centinaia di gabbie», aggiunge Pastorello. La Provincia, aggiunge il presidente, ha anticipato i soldi, in modo da fare al più presto gli acquisti e che le operazioni partiranno in grande stile al termine della stagione venatoria. Ovvero a gennaio. «I cacciatori autorizzati al momento sono 267, ma quelli che hanno conseguito l’abilitazione, avendo seguito un corso, sono circa duemila, per cui è probabile che il numero delle autorizzazioni aumenti vertiginosamente», aggiunge Maggio. La caccia alle nutrie era stata avviata qualche anno fa, anche se poi, a causa dell’adozione di normative nazionali più restrittive, aveva dovuto essere sospesa. D’altro canto, anche i ricorsi di alcune associazioni animaliste avevano finito per avere il loro peso, fermando le attività in vari Comuni. Lo scorso anno, però, la Regione ha approvato una legge specifica che ha permesso di riavviare la caccia alle nutrie. La penuria di fondi, però, non ha permesso di completare le operazioni. «Dall’ottobre del 2016 sino alla fine dello scorso mese di aprile, ovvero alla data nella quale abbiamo dovuto presentare una rendicontazione dell’attività alla Regione, nel Veronese sono state abbattute 6698 nutrie, di cui circa 500 da parte della polizia provinciale ed il resto dai cacciatori», spiega il comandante Anna Maggio. Che, poi, ci tiene a sottolineare che proprio gli appassionati della caccia hanno avuto un ruolo importante. «Finora hanno agito in qualità di volontari, mettendo a disposizione tempo, pallottole e carburante per gli spostamenti», afferma. «un lavoro determinante, visto che le istituzioni con le loro forze potrebbero fare ben poco», conclude. •

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