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Nuovo libro di ritratti di Molinarolo

Il ritratto sulla copertina del libro di Renato Molinarolo
Il ritratto sulla copertina del libro di Renato Molinarolo
Il ritratto sulla copertina del libro di Renato Molinarolo
Il ritratto sulla copertina del libro di Renato Molinarolo

Volti e storie, tornano In punta di matita, secondo volume di ritratti dell’artista veronese Renato Molinarolo che sarà presentato oggi alle 16 nell’azienda agricola Vicentini Agostino a San Zeno di Colognola ai Colli (via Battisti 62), dove fin dalla mattina è organizzata una festa con visita guidata ai vigneti e alla cantina, oltre a degustazione finale di vini e ciliege.

L’impegno dell’artista, che è architetto e coltiva da sempre la passione per la pittura, il paesaggio e il ritratto in particolare, è stato di condensare in un secondo volume un’altra cinquantina di volti, fermati sul foglio dalla matita fra il 2011 e questa prima metà del 2016. Sono per la gran parte di bambini, o di adulti che evocano momenti dell’infanzia dell’autore. È un’opera di memoria e di sentimento che affonda le radici in una tecnica complessa e che è alla base della conoscenza artistica.

«Ai ritratti non siamo più abituati», considera la giornalista Adriana Vallisari nell’introduzione al volume, «perché a noi, uomini e donne di oggi, sono più familiari le fotografie e, ancora di più, gli scatti veloci realizzati con la fotocamera del cellulare, destinati a restare in una sorta di limbo digitale. Trovarci di fronte a una forma per noi desueta come quella del ritratto ci interroga. È una forma d’arte che ci riporta a una dimensione temporale più lenta che richiede un esercizio di analisi a cui non siamo più tanto avvezzi».

Di qui la proposta di soffermarsi sulle pagine e catturare «un gesto, un’espressione, un lampo di luce che quel particolare soggetto ci trasmette».

Il ritratto è arte difficile, perché in una forma condensa due anime, due spiritualità, quella del soggetto e quella dell’autore.

Il ritratto meglio riuscito è quello che lascia traspirare l’una e l’altra, equilibra spazio e tempo, mostra fin dove si espone il soggetto e fin dove osa l’autore. La sintesi è ciò che alla fine si ammira e fa dire che «l’opera parla».

Sono tutti ritratti a matita, quasi tutti di bimbi felici, chiassosi, qualcuno stupito oppure curioso. Solo nei volti dei grandi c’è il velo degli anni, il silenzio del ricordo, una traccia di nostalgia.

La tecnica c’è ed è superlativa, ma a chi guarda da profano dirà poco il tratto morbido o inciso, le campiture e le ombre che se anche non dominanti ci sono a dar vita a soggetti che sembrano troppo stretti nei fogli da disegno e ancor più fra le pagine chiuse di un libro.

Vittorio Zambaldo

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