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Nozze di diamante in carrozza
Albina arriva in chiesa da regina

di Paola Dalli Cani
Giovanni Cristofari e Albina Pasini sulla carrozza guidata da Giorgio Marchi
Giovanni Cristofari e Albina Pasini sulla carrozza guidata da Giorgio Marchi
Giovanni Cristofari e Albina Pasini sulla carrozza guidata da Giorgio Marchi
Giovanni Cristofari e Albina Pasini sulla carrozza guidata da Giorgio Marchi

Albina e Giovanni, nozze di diamante in carrozza. È così, sulla carrozza di Giorgio Marchi (el Gioia) trainata da Celin (haflinger di 17 anni), che Albina Pasini e Giovanni Cristofari si sono presentati in chiesa a Montecchia di Crosara per la messa dei loro 60 anni di matrimonio. L'idea è venuta a Marchi, che l'ha lanciata a Gaetano, Mario, Lino e Maria Assunta (i figli della longeva coppia) ottenendo un sì pieno di entusiasmo.

Loro, gli sposini, non ne sapevano nulla: immaginarsi lo stupore quando al momento di partire dalla casa di Ca' Vecchie (una contrada aggrappata alla collina sotto Fittà, nel Soavese) hanno scoperto che in corte c'erano cavallo e carrozza. «Non son mìa na regina!», ha esclamato stupita Albina (classe 1933), zittita subito dai suoi figli: «Per noi sì». «È stato come quando son diventata novizia», ha aggiunto, «e mi hanno accompagnato con biroccio e il cavallo». «Io, cavallo da tiro e basta», le fa eco Giovanni (classe 1928).

Fatto sta che son stati fatti salire in carrozza e portati in duomo tra gli applausi di chi li ha incontrati per strada ed è rimasto a bocca aperta.

Albina è nata a Soave, al Monte, mentre Giovanni ai Gambaretti di San Giovanni Ilarione: si sono conosciuti al Monte, dove Giovanni lavorava come bracciante da quando aveva 16 anni. «Era il tempo in cui con gli occhi ci si guardava... molto più di adesso. La vedo e capisco che di lei mi piace tutto», ricorda Giovanni. Albina, invece, non ha dubbi: Giovanni l'ha conquistata con la simpatia.

Dopo cinque anni di fidanzamento ufficiale, il quinquennio da novizia, finalmente arriva il 22 settembre 1956: Albina parte da casa a piedi e raggiunge la chiesa di Fittà. Fa lo stesso Giovanni, che da qualche anno con la famiglia si è trasferito a Ca' Vecchie, la casa dove poi anche lui tirerà su famiglia e dove tutt'ora abita. Luna di miele nessuna, subito lavoro.

Ma come si fa a stare insieme sessant’anni (più cinque di fidanzamento)? «Serve volersi bene, serve pazienza e quando uno si arrabbia... tegnerla curta», dice Albina.

Giovanni condivide salvo precisare che «dipende dalla baruffa. Io mollo prima, lei ha il fegato più duro».

Quando sono arrivati in chiesa, Albina ha trovato sul banco il bouquet da sposa. Il parroco, monsignor Franco Coffetti, ha rimarcato l’importanza della responsabilità di essere un esempio per le giovani coppie che nello stesso giorno celebravano il battesimo dei loro piccoli. Si sono stretti agli sposi i sette nipoti ma anche Giuseppe, il fratello ottantatreenne di Giovanni. Poi tutti al ristorante, «no come quando semo sposè che erimo in 30 a dividerse taiadele co la galina ruspante!».

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