<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Notte magica dei fuochi
Miti ancestrali in piazza

È il solstizio d’estate, la vigilia della festa di San Giovanni Battista, notte magica legata a riti antichissimi e questa sera torna nello scenario intimo della piccola frazione cimbra di Giazza, la Festa del fuoco, arrivata alla ventesima edizione, organizzata dalla Pro loco Ljetzan-Giazza in collaborazione con il Curatorium cimbricum veronense e con il sostegno del Comune di Selva di Progno, di Comunità montana e Parco della Lessinia, della Provincia di Verona, del Consorzio BimAdige e della Regione.

Ad accendere la notte alle 21, dopo i saluti dei presidenti delle associazioni e dell’ amministrazione sarà lo spettacolo Zoè, il principio della vita, della compagnia teatrale Piccolo Nuovo Teatro di Bastia Umbra (Perugia). Tratto dal mito di Proserpina, lo spettacolo crea immagini di grande impatto, grazie anche all’utilizzo di effetti pirotecnici e fuoco vivo indossato dai personaggi sui trampoli.

Seguirà al termine la rappresentazione di miti e leggende della Lessinia interpretati dalla Compagnia del Fuoco, un gruppo di attori non professionisti che, uniti dall’amore per Giazza e amanti della tradizioni della Lessinia, si riunisce ogni anno per creare la magica atmosfera, che culminerà con l’accensione dei tredici bracieri simbolo dell’unità degli antichi Comuni cimbri.

Fin dall’antichità, in tutte le culture, nella notte più corta dell’anno, si cercava nei miti e nei riti dell’acqua e del fuoco la risposta al ciclo inspiegabile della vita, della nascita e della morte, del sorgere e del tramontare. Tutto quanto nella natura veniva messo in relazione con il potere del fuoco e della luce, delle acque e della terra. Il cristianesimo assunse queste credenze purificandole con la figura potente e profetica di Giovanni Battista: la sua testa che cade per mano di Erode è simbolo del sole che inizia il suo periodo di decadimento perché un altro sole, più grande, Gesù, arrivi col solstizio d’inverno a cominciare il ciclo di risveglio della natura.

A SAN GIOVANNI sono legate tante erbe e tradizioni: dall’iperico che è chiamato anche erba di San Giovanni, o erba scaccia diavoli, perché bastava infilarsela nella camicia per proteggersi dalle streghe e dai loro riti; alla verbena, che se colta a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, proteggeva dai fulmini; all’erica che, secondo un’antica leggenda, veniva seminata da fate e folletti nei luoghi da loro frequentati: era pericoloso appisolarsi tra i suoi cespugli per il rischio di essere rapiti nel mondo delle creature magiche.

Giazza si può raggiunge in auto dalla provinciale della Val d’Illasi, ma per evitare di congestionare il piccolo centro sono a disposizione tre bus navetta gratuiti che partono e tornano sul piazzale davanti alla chiesa di Selva di Progno dalle 19 per tutta la serata fino alle 0.30 circa. Altre informazioni sulla festa si possono chiedere a prolocoljetzangiazza@gmail.com o al 349.4632515. V.Z.

Suggerimenti