<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Non ha senso spostare la rotonda a valle»

Il luogo dove sorgerà la rotonda sulla Strada provinciale 17
Il luogo dove sorgerà la rotonda sulla Strada provinciale 17
Il luogo dove sorgerà la rotonda sulla Strada provinciale 17
Il luogo dove sorgerà la rotonda sulla Strada provinciale 17

Opera «incomprensibile e inutile»: così i gruppi di minoranza stroncano l’idea della maggioranza del sindaco Luciano Marcazzan di abbandonare il rondò progettato all’incrocio tra la Sp 17 «della Val d’Alpone» e viale dell’Industria per realizzarne una, poco più a valle, all’incrocio con via 11 Settembre, in zona industriale. «Un progetto c’è già, è approvato e in virtù di un accordo pubblico-privato è anche finanziato: quella individuata nel 2012 è la soluzione alla pericolosità delle intersezioni sulla strada provinciale», dicono ad una sola voce Davide Creasi e Nadia Bevilacqua, capogruppo, rispettivamente, di «Concretizziamo» e «Per la rinascita del tuo paese». E aggiungono: «L’incrocio tra la provinciale e viale dell’Industria è stato spesso teatro di incidenti anche gravi, e quello di una settimana fa non fa che confermare questo stato di fatto: spostarla più a valle», considerano, «oltre a lasciare irrisolto quel nodo creerà ulteriori criticità». Un altro incidente c’è stato anche ieri mattina. LA QUESTIONE è complessa: nel 2012 un accordo pubblico-privato aveva individuato come opera perequativa la costruzione di un rondò all’ingresso del paese. L’estate scorsa la Provincia aveva messo a disposizione contributi per il miglioramento della sicurezza di incroci di strade provinciali nei centri abitati e San Giovanni Ilarione aveva presentato un progetto preliminare per un nuovo rondò all’incrocio con via 11 Settembre ritenendo quello il punto più critico della viabilità. La spesa stimata di 360 mila euro viene coperta per il 50% dal contributo della Provincia. Marcazzan aveva spiegato la scelta anche alla luce della disponibilità manifestata dal nuovo proprietario delle aree edificabili che stavano a monte dell’accordo perequativo, a modificare lo stesso individuando una nuova opera. «Essere disponibili a un confronto non significa abbandonare l’idea», chiarisce Bevilacqua, «tanto più che il vecchio progetto è cantierabile subito, a costo zero per il Comune (360 mila euro la spesa sostenuta dal privato) e risolve anche il nodo della sicurezza pedonale. Il nuovo progetto accennato dall’amministrazione a fine anno, devia una mole di traffico imponente sulla zona industriale dove circolano mezzi pesanti, e abbisognerà di molte opere accessorie per la messa in sicurezza dei due incroci interni, delle quattro strade e lo spostamento di una cabina elettrica. E poi», si chiede Bevilacqua, «da dove passeranno i residenti che scendono da via Tanara e devono andare verso Sud?». A QUESTI INTERROGATIVI e riserve, che hanno motivato una richiesta di accesso agli atti presentata dal gruppo di Bevilacqua, si aggiungono quelli del gruppo di Creasi: «Dall’incrocio tra la provinciale e viale dell’Industria passa tutto il traffico che sale e scende dalla valle, è stata fatta una valutazione dei flussi dell’incrocio alternativo? Non si riescono a capire i vantaggi, né per la sicurezza, che è prioritaria, né sul piano economico e di tutte queste cose abbiamo parlato un mese fa col presidente della Provincia al quale abbiamo chiesto sopralluoghi, confronto e la rivalutazione di questa idea. Un problema così rilevante», sottolinea Creasi, «merita un’attenzione ben diversa e anche la concertazione con la popolazione invece si è scelto un bollettino comunale per farne solo cenno». «Dove sono i sondaggi della campagna elettorale? Il malcontento in paese c’è», conclude, «ci attiveremo perché sia garantita la tanto sventolata partecipazione diretta dei cittadini». •

Paola Dalli Cani

Suggerimenti