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«Nessuno è perfetto ma ognuno è speciale»

Sebastiano Elponti tra le sue insegnanti di sostegno: Elisabetta Filippi ed Erika Menini
Sebastiano Elponti tra le sue insegnanti di sostegno: Elisabetta Filippi ed Erika Menini
Sebastiano Elponti tra le sue insegnanti di sostegno: Elisabetta Filippi ed Erika Menini
Sebastiano Elponti tra le sue insegnanti di sostegno: Elisabetta Filippi ed Erika Menini

È entrato come alunno e dal quinquennio di scuola elementare Sebastiano Elponti ne è uscito col curriculum da insegnante: in cinque anni, alla primaria Ippolito Nievo di Soave, ha insegnato a tutti che «nessuno è perfetto ma ognuno può essere speciale». Sono le parole che Paolo e Donatella, i suoi genitori, scelgono per raccontare «i cinque bellissimi anni di Sebastiano, bimbo down con disabilità al 100 per cento, che sono stati anni alla grande e che è giusto far conoscere per altri bambini, per altri genitori e per altri insegnanti. Un bambino sereno Sebastiano, una famiglia serena la nostra: viverla in questo modo, l’istituzione scuola, non è così scontato e per questo abbiamo voluto dire grazie». La prima persona a cui esprimere gratitudine è quella che possiede il nome che per cinque anni Sebastiano ha detto al mattino, appena sveglio, e alla sera al momento della buona notte: Federica (Mondaro), la sua assistente scolastica. Poi ci sono Erika Menini ed Elisabetta Filippi, le sue insegnanti di sostegno e tutte e tre hanno rivoluzionato in positivo prima la vita di una classe, quella di Sebastiano, e poi quella di tutta la scuola. Ci è riuscito perché nel gioco di squadra «le prime a scendere in partita sono state Luigina Germaci ed Antonella Scandolara, le maestre di riferimento che si sono aperte completamente all’ingresso, nella prima B di cinque anni fa, di due sostegni e di una assistente riuscendo a costruire benessere per tutta la classe», raccontano Paolo e Donatella Elponti. Un grazie speciale, però, i due genitori lo rivolgono ai bambini e alle loro famiglie: «Noi abbiamo vissuto cosa sia davvero l’amore vero, quello libero: Sebastiano dal primo momento è stato vissuto come un compagno di classe per tutti ed è diventato un leader. Le insegnanti hanno lavorato moltissimo col mutuo aiuto creando per ognuno dei compagni un piccolo compito di accompagnamento che è stato anche accudimento», ricordano, commossi, i genitori, «e i bambini, ai quali va tutta la nostra commossa riconoscenza, hanno imparato l’ordine, la responsabilità e per cinque anni hanno respirato e vissuto il concetto di normalità, mai quello di disabilità». Un piccolo grande miracolo, insomma, che ha cancellato i sofferti ricordi del percorso alla scuola dell’infanzia, tutt’altro che facile, e le tantissime paure di mamma e papà. Paure che un po’ si ridestano adesso, col passaggio alla scuola media, ma lo spirito è quello di chi si appresta a vivere un’altra ricca avventura. «Sebastiano è sempre stato vissuto come una risorsa, come un’opportunità, una ricchezza che ha fatto crescere la disponibilità all’apertura e la consapevolezza: facciamo tesoro della sua lezione», confidano i genitori del piccolo, «e della lezione che abbiamo appreso da insegnanti e compagni di classe di Sebastiano, e cioè imparare a metterci in gioco, aprirsi all’altro come strada maestra per costruire». Lo ha fatto sempre anche lui, Sebastiano, che riesce a farsi capire dal mondo e a esserne parte «dall’alto» delle sole 30 parole che conosce, che schiocca un bacio o batte un cinque per farti capire che si fida di te e che al teatro Centrale di San Bonifacio, quando l’intera scuola a fine anno ha messo in scena Il carnevale degli animali, ha interpretato l’acqua per il pesce... ha interpretato la vita. •

Paola Dalli Cani

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