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Nasce l’osservatorio della Lessinia orientale

La cometa di Natale fotografata da Magnabosco. È ancora visibile
La cometa di Natale fotografata da Magnabosco. È ancora visibile
La cometa di Natale fotografata da Magnabosco. È ancora visibile
La cometa di Natale fotografata da Magnabosco. È ancora visibile

Il telescopio Antolini trova casa e fa nascere, così, l’osservatorio astronomico della Lessinia orientale: sorgerà in località Pelosi-Naiss, a Campofontana, l’osservatorio pubblico che accoglierà il telescopio di cui da cinque anni sono custodi i Gastrofili di San Giovanni Ilarione. A gestire l’osservatorio, che proprio grazie al suo «inquilino» costituirà un unicum nel Triveneto, saranno gli Astrofili Lessinia Orientale, gruppo nato la primavera scorsa da una costola dei Gastrofili: entrambe le associazioni sono guidate da Elio Magnabosco. «Con 21 anni di storia alle spalle e un’attività molto intensa siamo una realtà conosciuta», premette Magnabosco, «ma per poter portare avanti le attività più strettamente legate all’astronomia c’era bisogno di un gruppo più specifico che sia di riferimento per gli astrofili e che si occupi dell’attività all’osservatorio». Tutto è nato due anni fa: «Il Comune di Selva di Progno stava provvedendo a rifare la rete della pubblica illuminazione e richiamammo l’attenzione sul tema del contenimento dell’inquinamento luminoso: siamo spesso ospiti di Selva di Progno», spiega Luigi Giarolo, segretario dei Gastrofili, «perché proprio in località Pelosi spesso organizziamo serate di osservazione perché insuperabile sia per altitudine, protezione dal vento e per un numero ridotto di fonti luminose». Elisabetta Peloso, vice del sindaco Aldo Gugole, si entusiasmò subito all’idea e, abbozzato un progetto che prevedeva l’utilizzo dell’area di proprietà comunale in località Pelosi, la stessa utilizzata dai Gastrofili, lo candidò tra quelli in corsa per i 500 mila euro del fondo Comuni di confine (con il Trentino). «Un progetto come questo rappresenta un esempio di sviluppo concreto sul piano turistico e di valorizzazione del territorio», considera Peloso, «senza stravolgimenti o modifiche irreversibili ma calato nel contesto naturale. Un osservatorio amplia la tipologia di persone che potranno salire a Campofontana, meta già molto amata, offrendo qualcosa di più al turismo scolastico, ai più giovani e al mondo, vastissimo, degli appassionati». Il progetto redatto da Fabio Erbisti ha un costo di realizzazione di circa 140 mila euro: l’esecutivo è quasi pronto e l’amministrazione Gugole conta di appaltare i lavori a primavera. Si tratterà, in sostanza, di realizzare una struttura 6 metri per 12 da cui sbucherà la cupola che avrà un diametro di 5 metri. A completare l’osservatorio saranno due stanze di 6 metri per 6: in una troveranno posto computer e strumentazione necessaria al funzionamento del telescopio Antolini mentre l’altra sarà utilizzata come aula didattica. Tutto attorno, poi, c’è un’ampia area utilizzabile a parcheggio. «Il terreno e la costruzione è di proprietà del Comune che, attraverso una convenzione, regolerà la concessione in uso gratuito dell’osservatorio agli Astrofili Lessinia Orientale», spiega Peloso. Addio a San Giovanni Ilarione, dove a Cattignano c’è la storica sede dei Gastrofili e dove è formalizzata l’esistenza di un sito astronomico? «Nemmeno per idea», chiarisce Magnabosco, «anzi. Il motivo principale per cui l’osservatorio sarà a Campofontana è che il telescopio Antolini è troppo grande per gli spazi delle ex scuole di Cattignano. Qui, tuttavia, ci sarebbero spazi adeguati per ospitare un telescopio solare e dar vita, dunque, ad un osservatorio solare». Forti anche della convenzione con la quale lo stabile è stato dato in concessione fino al 2022 e sedotti dall’idea di alta Val d’Alpone e Lessinia Orientale come polo di attrazione astronomica, «abbiamo lanciato l’idea al Comune, convinti che questa possa anche essere sviluppata agganciando all’osservatorio un itinerario didattico di due chilometri alla scoperta del sistema solare. Potremo infatti proporre, con proporzioni adeguate, una sorta di percorso solare», spiega Magnabosco, «e magari, chi lo sa, integrarlo un domani con un planetario». Il telescopio Antolini è un Newton da 600 millimetri che venne costruito dalla Marcon di San Donà di Piave costituisce un unicum in Veneto: focale 4.9 su montatura equatoriale a forcella, lunghezza del tubo 2.600 millimetri, diametro esterno del tubo 650 millimetri, ha un peso di circa 8 quintali. Lo possedeva Plinio Antolini, farmacista astronomo di Settimo di Pescantina. •

P.D.C.

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