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«Narciso» racconta la storia locale e parla di agricoltura

Nella corte di Narciso la miseria diventa poesia: la racconta, usando le parole come colori di un affresco, Dino Ambrosini che oggi alle 17.30 l’associazione «Monteforte si può fare» ha invitato a presentare Il tempo di Narciso, il suo primo libro. Ambrosini, 84 anni, ha passato metà della vita tra i libri, nella libreria di famiglia a San Bonifacio, e ora sugli scaffali c’è anche la sua fatica edita da Edizioni biblioteca dell’immagine di Pordenone. Attorno a questa storia l’associazione montefortiana, che ospita l’incontro all’auditorium della Casa di riposo, ha costruito un evento cui partecipano il Coro delle Fontanelle e Gabriele Posenato, dottore in Scienze agrarie. Sarà Posenato a introdurre l’incontro con l’autore proponendo una riflessione sull’agricoltura. Narciso è l’alter ego che Ambrosini si è scelto per raccontare storie di famiglia, di corte e di paese nel dipanarsi della grande storia. Al centro c’è l’uomo, «pitoco» e miserabile ma anche nobilissimo e grande: ci sono la dignità, i valori. La corte, il filò, i campi, l’osteria sono i centri del rapporto umano che l’industrializzazione sembra annientare: a volte spettatori, a volte protagonisti, questi ambienti raccontano la fatica nei campi, il rispetto per la terra e la natura madre e matrigna. Nella vicenda di Narciso c’è la spinta a ribellarsi contro un destino già scritto, l’eco dei cannoni e il sangue versato nella Grande guerra, la fatica di rialzarsi prima che il dolore si riaccenda con la seconda guerra mondiale. Narciso se lo sente dire, «Tutto non sarà più come prima, gli uomini non saranno più come prima», ma le parole di un capitano che guida un manipolo di soldati sembrano profezia. Perché questo succede nel sambonifacese della corte di Narciso e nelle tante corti del Veneto: quel tempo lento, faticoso e miserabile in cui gli uomini provano anche la gioia del condividere la stessa aria, diventa il tempo di un viversi accanto indifferente. La storia locale ha nomi, caratteri e mestieri, tradizioni, persone che li incarnano: nelle parole di Ambrosini si sente il respiro di quegli uomini e di quelle donne ed è per questo che la miseria è capace di diventare poesia. Tempo lontano, in cui vennero gettate le fondamenta della civiltà di cui tutti siamo figli: pure i millennials potranno averne memoria. •

P.D.C.

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