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Morosi con il Comune
per oltre 400mila euro

I cittadini di San Giovanni Ilarione hanno accumulato debiti con il loro Comune per oltre 300 mila euro tra 2000 e 2013 e nell’ultimo triennio ne hanno aggiunti altri 100 mila euro. Da una prima valutazione, però, il Comune potrebbe riuscire a recuperare, rispetto al debito «storico», più o meno la metà. La situazione era nota già dall’autunno scorso, quando l’allora amministrazione guidata da Ellen Cavazza commissionò una ricognizione sullo stato dei flussi Equitalia 2000- 2013: oggi, soprattutto dopo una comunicazione che il nuovo sindaco Luciano Marcazzan ha ricevuto dalla Corte dei Conti, comunicazione in cui la magistratura contabile sollecita a «procedere ad una seria attività di recupero delle entrate tributarie ed extratributarie», è approdato in Consiglio comunale.

Lo ha deciso lo stesso Marcazzan, per informare il Consiglio ed il paese (anche stavolta la seduta è stata trasmessa in diretta Facebook), strigliare gli inadempienti e invitarli a regolarizzare la propria posizione ma anche ottenere dal Consiglio il via libera, alla sua giunta, a individuare le contromisure da adottare per procedere a introitare quanto molti ilarionesi non hanno mai versato tra Ici, Imu, Tarsu e Tia.

Nessuna volontà persecutoria per l’amministrazione, e questo aspetto l’ha chiarito a più riprese Marcazzan, che è stato però altrettanto chiaro nel sottolineare che si deve procedere per dovere morale oltre che per ragioni di legge, e questo sia per rispetto nei confronti dei cittadini che hanno sempre pagato i servizi di cui godono o le imposte dovute sia perché tutti possano godere di servizi o opere che questo «tesoretto» costruito coi crediti si potranno prevedere.

In totale, tra 2000 e 2013, sono state messe in fila 707 posizioni, ma data la «storicità» alcune di queste son già date per perse in partenza: in concreto, risultano perfettamente esigibili 147.702,25 euro (per complessive 306 posizioni) per debiti da 2006 a 2013; il Comune può imputare all’agente di riscossione (per mancanza di attivazione) per 81 posizioni (pari a 14.692,99 euro) mentre sussistono i presupposti per l’inesigibilità per 68 posizioni (pari a 30.933,91 euro).

Vien da chiedersi se negli anni non sia stato fatto nulla per recuperare il recuperabile: Equitalia aveva l’incombenza, «ma la riscossione coattiva», ha spiegato Marcazzan, «ha permesso di recuperare solo 2.088,35 euro, pari allo 0,68% dei 306.662,16 euro di credito».

Equitalia è stata soppressa il 1°luglio cedendo il compito (peraltro con strumenti decisamente più pervasivi come accesso a banche dati, pignoramenti diretti di beni, quinto dello stipendio come della pensione e così via) ad Agenzia delle entrate-Riscossioni: la giunta, e in questo senso è stato chiesto il mandato del Consiglio, valuterà ora se procedere attraverso la nuova società o passare la palla a una società privata oppure, come proposto dal consigliere di minoranza Nadia Bevilacqua, gestire la cosa direttamente per evitare che la dimenticanza di pochi euro da parte di un cittadino venga pesata come il debito più imponente, protratto e consolidato nel tempo.

Questa preoccupazione, condivisa anche dal consigliere Davide Creasi, ha motivato l’astensione dei due (e dei rispettivi gruppi) al momento del voto. Marcazzan, dal canto suo, ha rassicurato sul fatto che alcune società private, alle quali si è già rivolto guardando più all’ultimo triennio, garantiscono orari di sportello in Comune proprio per valutare caso per caso e trovare le soluzioni migliori, che si potranno pensare a scaglioni di debito assoggettabili a diverse modalità di recupero e, aggiornamento dell’ultima ora, anche a tramutare di ore di lavoro per il Comune per chi abbia piccoli debiti ma abbia oggettive difficoltà a saldarli. Una cosa è certa: Marcazzan vuole recuperare quel che manca, «perché la situazione è inaccettabile come lo è l’esser costretti ad accantonare 90 mila euro dall’avanzo per pagare Imu o rifiuti di chi non paga anziché fare opere».

Paola Dalli Cani

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