L'ex sindaco Alberto Martelletto, che ha seguito negli anni scorsi lo studio, ha commentato: «Mi fa piacere sapere che si pensava a Colognola come capoluogo, ma ritengo che a questo studio manchino elementi importanti. Non dò colpe a nessuno, forse è stata inesperienza. Noi non abbiamo voluto scegliere per non gravare poi sui cittadini, dato che non avevamo neppure il tempo di formulare integrazioni».
Fabio Franchi, vicesindaco di Caldiero che si appresta alla fusione con Belfiore, ha rilevato: «Dal 2010 a oggi i trasferimenti statali si sono dimezzati e ciò significa contrarre i servizi. L'aspetto economico, pertanto, è interessato dalla fusione», riferendosi al fatto che con quest'ultima ci sarebbero più vantaggi fiscali, trasferimenti erariali e incentivi regionali. Panassidi ha messo in guardia: «L'aspetto finanziario non può essere il motivo determinante dell'essere pro o contro la fusione», insistendo sulla «necessità di informazione e condivisione».
In merito è intervenuta Carmen Tomba, consigliere caldierese: «Sono tra i fondatori del comitato del no alla fusione di Caldiero con Belfiore proprio perchè sono mancate informazioni e condivisioni. Non si possono fare cose affrettate. Stiamo andando verso le amministrative, ci si può ripensare perchè è una scelta da fare passo dopo passo. Dopo 13 anni di Unione», ha aggiunto, «sarebbe preferibile una fusione a quattro. Ora abbiamo capito gli errori che stiamo facendo con la nostra a due». M.R.