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Manuel e il «suo» Nepal in tandem

Andrea Zanrossi e Manuel Marson durante una  sosta nel viaggio in Nepal
Andrea Zanrossi e Manuel Marson durante una sosta nel viaggio in Nepal
Andrea Zanrossi e Manuel Marson durante una  sosta nel viaggio in Nepal
Andrea Zanrossi e Manuel Marson durante una sosta nel viaggio in Nepal

«Profumi, persone ed energie: di questo ho fatto il pieno nei miei 29 giorni in Nepal»: è passato poco meno di un anno ma Manuel Marson riapre l’album dei ricordi perché il «suo» Nepal, quello attraversato in tandem con un paio di guide d’eccezione, sarà tra gli ingredienti di «Tandem senza confini». Si intitola così la serata promossa dall’Associazione sportiva dilettantistica WWB (Wheels without borders), letteralmente ruote senza frontiere, domani sera a Verona in Gran Guardia dalle 18. Manuel Marson, 23 anni, si è laureato campione italiano di paratriathlon (nuoto, cislismo e corsa in successione) nel 2015 e nel 2016 e vicecampione del mondo due anni fa: è attraverso lo sport che il ragazzo di Colognola cinque anni fa ha deciso di sfidare la neuropatia di Lebber, malattia che lo ha reso ipovedente. «Quando ho conosciuto Andrea Zanrossi, il patron della WWB, mi ha detto semplicemente che voleva portarmi in Nepal. E io, che sono sempre stato attratto da quella zona del mondo, dalla sua spiritualità, cultura e popolazione, ho semplicemente detto sì. Quando mai mi sarebbe ricapitato?», ricorda Manuel. Alla testa del tandem con cui ha percorso 600 chilometri in dodici giorni si sono alternati Zanrossi ed il due volte trionfatore del Giro d’Italia Gilberto Simoni: «Quel che ricordo con maggiore affetto sono i nepalesi, questa popolazione che con niente ed in un posto incredibile riescono ad essere felici», racconta Manuel. E aggiunge: «Non credevo di riuscire a percepire le cose così, sia la fatica, come quella di passare da 2.800 metri di quota a 4 mila in 17 chilometri, sia questo mondo fantastico. Non vedevo il paesaggio», ricorda, «ma forse invece l’ho scoperto, vissuto e visto meglio di chiunque altro. Ho percepito le montagne, il vento, i profumi nello sventolare vivace delle bandierine nepalesi». In Nepal Manuel è andato con una «spedizione» composta da una dozzina di italiani e una decina di danesi impegnati a portare materiale didattico agli allievi della scuola nel villaggio Gorkha, nella zona est di Kathmandu, che proprio un progetto solidale di WWB nel 2015 ha contribuito a ricostruire dopo il disastroso sisma del 25 aprile. «Ho avuto la percezione netta di essere entrato nella vita delle persone oltre che nei loro villaggi. La disabilità? Volevo vivere un’esperienza mia e basta e ciò che me la farà ricordare sono i profumi, le persone, l’energia». Energia che sta mettendo in campo da tempo, con le fasi di preparazione delle due prove della Paratriathlon world cup in Spagna a maggio e a luglio una prova a Magog, in Canda. «Ci sarò, anche grazie al sostegno che è arrivato dopo il mio appello dalle pagine dell’Arena: ringrazio per questo Alitrans, Banca Mediolanum, Socialdent, l’ Auser e la Fidas del mio paese, Mater salute e benessere oltre che la Step di Dino De Paoli, il mio storico angelo custode». Manuel punta in alto, oltre i 4.000 metri raggiunti su due ruote: «Il paratriathlon è la mia vita: sostenetemi», ribadisce il suo appello, «e correrete con me». •

P.D.C.

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