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Mandorlato, lo spot su Rete 4
tira la volata verso il Natale

Michela Coppa e Dino Garzotto durante la trasmissione su Rete 4
Michela Coppa e Dino Garzotto durante la trasmissione su Rete 4
Michela Coppa e Dino Garzotto durante la trasmissione su Rete 4
Michela Coppa e Dino Garzotto durante la trasmissione su Rete 4

La telecamera inquadra il campanile del Duomo, le bandiere al vento e la conduttrice Michela Coppa nella piazza antistante il Palazzo del Capitaniato, a Cologna. Una cartolina più riconoscibile non poteva esserci. È iniziato così, su Rete4, il servizio dedicato dalla trasmissione Ricette all’italiana alla prelibatezza di Natale nata a metà Ottocento sulle rive del fiume Guà: il mandorlato.

Nel programma di cucina condotto da Davide Mengacci, e dalla Coppa appunto, vengono mostrate le località più belle d’Italia e le loro unicità gastronomiche e culturali. Ultimamente la provincia veronese ha di che essere orgogliosa. A metà ottobre erano stati gli asparagi settembrini di Arcole a dominare la scena, poi è toccato al prodotto principe di Cologna, sua maestà il mandorlato.

Dopo aver salutato il pubblico e aver spiegato dove si trovava, la conduttrice ex spalla destra di Gerry Scotti a Passaparola e alla Corrida ha fatto un piccolo excursus nella storia dell’oro bianco. La troupe al suo seguito ha infatti ripreso il negozio di piazza Garibaldi di Rocco Garzotto & Figlio, con le sue scatole di latta e le pergamene dei premi ricevuti dal fondatore dell’azienda. Seconda tappa nel laboratorio di Dino Garzotto, erede di quinta generazione, in via Pietro Mabil.

«Il mandorlato è una specialità nata nel 1840 a Cologna, grazie all’intuizione di Rocco Garzotto», ha esordito Michela Coppa. Al suo fianco il titolare dell’azienda, che ha spiegato quanto sia «forte il legame con la tradizione e il rispetto della ricetta originale». «Gli ingredienti sono rimasti gli stessi: miele, zucchero, albume d’uovo e mandorle sbucciate», ha detto Dino Garzotto. «Sono mescolati in determinate dosi e cotti con attenzione. Infine, l’impasto viene lavorato a mano su telai per creare stecche, alberelli, stelle e torte di mandorlato». Le telecamere di Rete 4 si sono soffermate sulla fase finale della produzione, in cui il mandorlato viene modellato dai collaboratori del pasticcere.

Un’inquadratura è stata riservata anche ad Italo Garzotto, il padre di Dino, che non ha perso la passione per il lavoro in laboratorio. «Credo che sia importante ribadire, per quanto ci è possibile, che il vero mandorlato è nato e si produce qui a Cologna», commenta Garzotto.

«Purtroppo dobbiamo scontrarci spesso con le imitazioni, perciò servizi come quello offerto da Rete 4 fanno sempre bene al nostro settore e alla nostra città», ha concluso il produttore.

Paola Bosaro

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