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Mamme No Pfas a Bruxelles «Zero tolleranza»

La sede di Bruxelles del Parlamento europeo
La sede di Bruxelles del Parlamento europeo
La sede di Bruxelles del Parlamento europeo
La sede di Bruxelles del Parlamento europeo

La questione della contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle acque, sia sotterranee che superficiali, oltre che dell’ambiente di una vasta area posta a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova finisce al Parlamento europeo. A portarcela sono le mamme No Pfas. Oggi una delegazione di genitori provenienti dalla zona rossa - che comprende anche tredici Comuni del Veronese, Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’ Anna, Cologna, Legnago, Minerbe, Terrazzo, Pressana, Roveredo, Veronella e Zimella - sarà a Bruxelles per porre all’attenzione dell’Europarlamento il caso dell’inquinamento. Un problema che, scoperto nell’estate del 2013, non è ancora stato risolto. Dal punto di vista sanitario è stato avviato uno screening di massa al quale al momento è stata invitata meno della metà degli 85mila residenti soggetti ai controlli. Da quello ambientale sono ancora in corso controlli sulle fonti di inquinamento, anche se secondo Arpav la responsabilità va attribuita quasi per intero all’azienda chimica Miteni di Trissino. Da punto di vista giudiziario è aperta un’inchiesta che dovrebbe concludersi entro l’anno. Da quello dell’esposizione solo qualche giorno fa, in seguito alla proclamazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, è stato dato incarico a un commissario, il direttore di Arpav Nicola Dell’Acqua, di realizzare le condotte che porteranno nel territorio contaminato acqua pulita. Incarico che dovrebbe portare a termine nel giro di due anni, anche se va detto che da mesi gli acquedotti hanno impianti di filtrazione così efficaci che ora la presenza dei Pfas è sostanzialmente ridotta a zero. «È in assoluto la prima volta che dei cittadini vengono ascoltati a Bruxelles in merito ad un tema di doppio inquinamento: ambientale ed umano», fanno sapere le mamme No Pfas. «Noi saremo al Parlamento Europeo per parlare di sostanze bioaccumulabili e persistenti che in natura non esistono e, a nostra insaputa, ci sono entrate nel sangue attraverso l’ acqua, il cibo e l’aria che respiriamo. Sostanze da cui siamo stati tutti contaminati, a partire dai nostri figli, che hanno subito, inermi e inconsapevoli, questa situazione devastante», aggiungono. I genitori della zona rossa, insomma, non usano mezzi termini. Nemmeno quando dicono: «Ci hanno avvelenato l’acqua e coloro che ne erano al corrente, e avrebbero dovuto tutelarci, hanno lasciato che continuassimo a berla senza dire una parola». Neanche quando aggiungono: «Non bastano azioni forti sul nostro territorio, è necessario che situazioni come quella che stiamo vivendo in Veneto non si ripetano da altre parti». Per questo chiederanno ai parlamentari Ue che, nella proposta di modifica della direttiva comunitaria sulle acque potabili, di cui è in corso la discussione, per i Pfas si preveda come unico valore lo zero. «Ci deve essere un radicale cambiamento di linea per quanto riguarda l’acqua e questo deve avvenire ora: non c’è più tempo», è la linea che intendono ribadire anche a Bruxelles le attiviste. •

Luca Fiorin

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