<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
I dettagli del salvataggio di ieri in tangenziale

Malore in auto, sconosciuto salva la vita a una giovane guidato al telefono dal 118

I dettagli del salvataggio di ieri in tangenziale
La donna, dopo essere stata stabilizzata, è stata portata al Polo Confortini
La donna, dopo essere stata stabilizzata, è stata portata al Polo Confortini
La donna, dopo essere stata stabilizzata, è stata portata al Polo Confortini
La donna, dopo essere stata stabilizzata, è stata portata al Polo Confortini

Emergono i dettagli sul salvataggio di una una ventottenne, affetta anche da altre patologie, che ha avuto un arresto cardiaco ieri mentre guidava in Tangenziale Sud.

La ragazza è stata ripresa grazie ad un automobilista. È a lui che deve la sua vita. Il salvatore per ora è rimasto sconosciuto, ma un domani potrebbe mettersi in contatto con la ragazza che gli sarà riconoscente per sempre.

La centrale operativa del 118 ha guidato i soccorsi dando quelle che in gergo sono definite «istruzioni prearrivo». La donna, poi è stata ricoverata al Confortini, in terapia intensiva. Grave, ma viva, con un tracciato cardiaco che lascia ben sperare e nessuna lesione al cuore.

 

«Alle 8.28 di ieri è arrivata al 118 la prima chiamata. Un automobilista che viaggiava in tangenziale ha visto la donna sbandare e accostare. E ci ha chiamati. L’operatore ha chiesto di avvicinarsi e l’uomo con una seconda chiamata ha spiegato che la signora era svenuta», spiega il direttore di Verona Emergenza Adriano Valerio. E aggiunge che a quel punto, l’operatore del 118 ha chiesto di portare la donna fuori dall’abitacolo, visto che era evidente che non si trattava di un incidente (in quel caso è meglio non muovere i feriti). Era di fronte a un malore. L’operatore ha chiesto di verificare che la donna respirasse, che avesse battito. Nel frattempo sul posto s’è fermato un secondo automobilista per prestare aiuto.

«Il nostro operatore ha subito detto di iniziare il massaggio cardiaco. Vicino all’uomo che lo praticava e non sappiamo se sia un infermiere, o un “laico“, diciamo così, c’era l’altro automobilista che faceva da ponte per le informazioni. Quando ambulanza e automedica sono arrivate, la paziente è stata stabilizzata con l’uso del defibrillatore e intubata, quindi trasferita a Borgo Trento. Possiamo affermare che quella donna è viva grazie a questa persona. Durante un arresto cardiaco, bastano cinque minuti perché si verifichino lesioni al cervello. Intervenire subito è fondamentale. Anche se noi siamo veloci, comunque il tempo di intervento è superiore a 5 minuti, anche se il paziente fosse nel cortile dell’ospedale».

 

In tutta Italia, una persona su 60mila ha un arresto cardiaco. «Il messaggio che noi vorremmo che passasse è: intervenite, non abbiate paura di praticare un massaggio cardiaco. Se avete fatto il corso, se siete abilitati all’uso del defibrillatore, (e tra Verona e provincia abbiamo 28mila persone registrate nella nostra banca dati), meglio. Diversamente, lasciatevi guidare dall’operatore del 118. Iniziare il massaggio cardiaco permette a noi, quando arriviamo di poter defibrillare il cuore, diversamente non possiamo neanche iniziare».

Spiega il medico: «Se al nostro arrivo troviamo un paziente con ritmo del cuore defibrillabile, la sua possibilità di sopravvivere supera il 50%. Se non è defibrillabile è inferiore al 5%. E se trascorrono dai 5 agli 8 minuti, l’elettrocardiogramma è piatto». Tra le notizie importanti da sapere c’è anche quella legata alla respirazione bocca a bocca, che anche psicologicamente non tutti siamo in grado di affrontare. «Non è necessario. Noi sanitari siamo tenuti a praticarlo, ma abbiamo i sussidi. Un “laico“ non lo deve fare. A noi basta che si tenga il cuore con il battito», conclude Valerio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Vaccari

Suggerimenti