<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Macchina ben oliata e perfetta Gli ingranaggi sono i volontari

Un ingranaggio perfetto fatto funzionare dal lavoro volontario di quasi 800 persone: questo è la Montefortiana se la si guarda dal punto di vista organizzativo. Perché se a idearla furono, 43 anni fa, i podisti del Gruppo sportivo dilettantistico Valdalpone-De Megni, se «la marcetta del patrono» è diventata questa, è perché attorno a lei è cresciuto il volontariato. I primi della lista sono proprio i podisti del gruppo di Monteforte che rinunciano alla camminata o alla corsa festiva per lavorare senza sosta per giorni: gli uomini e le donne guidati dal presidente Giovanni Pressi hanno cuore, braccia e una passione grande così. Chi si è occupato di allestire il palcoscenico (con striscioni, bandiere, cartelli, la Montefortiana Expo, la logistica), chi ha pensato al vettovagliamento dei lavoratori, chi ha risposto a centinaia di telefonate e centinaia di e-mail, chi ha organizzato accoglienza degli ospiti e dei gruppi, chi ha coordinato i ristori, chi ha tracciato i percorsi, chi ha tenuto i contatti istituzionali con Comuni, comandi di polizia locale e carabinieri perché la Montefortiana sia una festa per tutti. A loro vanno aggiunte le decine di volontari del Comitato Est veronese della Croce rossa Italiana che domani garantiranno l'intervento sanitario e che già oggi sorveglieranno la marcia dei piccoli: operativi già stamattina 14 volontari dei gruppi di protezione civile coordinati dalla Squadra Ana Valdalpone di Protezione civile (che garantiscono le comunicazioni radio grazie al Gruppo Cb) che domani sarà presente con 71 volontari e 15 mezzi a cui andranno ad aggiungersi una cinquantina di volontari e i mezzi del Gruppo volontario di vigilanza dell’Associazione nazionale carabinieri di San Bonifacio. Alla loro prima Montefortiana ci sono quest’anno anche i vigili del fuoco volontari di Bovolone, coordinatori del nuovo piano sicurezza della manifestazione. C'è chi salterà in sella a una moto (Marco Martinelli e Moto Zonta) per il servizio di apertura e chiusura corse e per quello in movimento per fotografi e operatori video, e le associazioni d’arma, in primis gli Alpini. Immancabili le penne nere di Monteforte d’Alpone, Costalunga, Brognoligo, Fittà-Castelcerino, Soave, ma anche gli avieri. Non mancano le Pro loco di Monteforte e Soave, la banda comunale di Monteforte, il volontariato parrocchiale del circolo Noi della parrocchia di Santa Maria Maggiore e la parrocchia che collabora alla logistica di alcuni servizi. Poi ci sono gli addetti alle libagioni che non sono solo le persone che garantiscono l’apertura dei ristori che rendono unica la Montefortiana, ma anche chi prepara bocconcini e bevande: comitati di frazione e di quartiere, le mamme del Brassadelon e i papà del Soave, che sarebbero i 40 viticoltori (tra Monteforte, Costalunga, Sarmazza, e San Bonifacio e Montecchia di Crosara) che donano damigiane di ottimo vino. In questo grande palcoscenico in cui basta essere immersi per fare poco o tanto il volontario, vanno ricordati gli addetti all’organizzazione del dormitorio al palazzetto dello sport, quelli che organizzano ristori improvvisati e quelli pronti ad aprire la porta di casa ai podisti nel momento del...bisogno. C'è chi ci tiene da matti a esserci per esempio mettendo a disposizione premi o trofei come il baritono Gianni Angiari a Castelcerino di Soave o il generale degli Alpini in pensione Davide Allio che per il quarto anno mette a disposizione il premio per il primo alpino paracadutista classificato al Trofeo Sante Ferroli, la maratonina riservata alle penne nere. Ci sono i donatori di sangue della Fidas con il mini ristoro alla partenza e quelli dell’Avis di capoluogo e frazioni che sono impegnati in doppia veste: da volontari per la pesca di beneficenza e distributori di palloncini o aiutanti ai ristori, e poi marciatori, come Fidas, per ricordare a donare il sangue. •

Suggerimenti