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Lavori socialmente utili
Le convenzioni ora ci sono

Sono operative le convenzioni per l’impiego in lavori socialmente utili dei richiedenti asilo. Lo ha ufficializzato il Comune di Monteforte annunciando l’avvio, lo scorso lunedì, della collaborazione con le due micro comunità ospitate in paese. A monte ci sono due convenzioni perché due sono le cooperative che gestiscono altrettante case di accoglienza composte da persone richiedenti asilo: a quella che ha aperto i battenti a novembre ed è ormai una realtà consolidata a Brognoligo (una abitazione privata dove attualmente è ospitata una manciata di giovani nordafricani seguiti da San Francesco Onlus), da fine giugno si è aggiunta quella che la Virtus Vecomp ha attivato in una abitazione di via IV Novembre, nel capoluogo. Dopo il turn over di due sestetti di uomini, ora la micro comunità è solo al femminile: a tre donne nigeriane arrivate a metà settembre si sono aggiunte lunedì, primo giorno di operatività delle convenzioni sottoscritte dal sindaco Gabriele Marini con le due cooperative e la Prefettura di Verona, altre tre nordafricane. Stando alla comunicazione del Comune la richiesta di poter occupare il tempo con lavori socialmente utili sarebbe arrivata proprio da alcune delle persone ospitate nelle due strutture. Di qui i protocolli d’intesa con cui da lunedì chi aderisce liberamente e a titolo gratuito può essere impegnato per un massimo di 20 ore settimanali. Il Comune, nel formalizzare il via alle convenzioni, ha fatto riferimento alla pulizia del territorio comunale lasciando aperto il discorso alle possibilità che si manifesteranno. La San Francesco, dal canto suo, fa riferimento a manutenzione del cimitero e del verde pubblico come ambiti di impiego mattutino per cinque giorni la settimana di quattro delle persone accolte. Soddisfatto il sindaco Gabriele Marini: «Con questo esperimento si vuole passare da una fase passiva in cui il Comune non gioca alcun ruolo ad una fase attiva propositiva; il coinvolgimento di queste persone rappresenta un concreto riconoscimento della loro dignità».

Paola Dalli Cani

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