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Lanciata la grande sfida
per la sede dei pompieri

Alla riunione convocata da Maria Luisa Guadin hanno partecipato una ventina di amministratori di sette Comuni FOTOSERVIZIOPECORAIl tavolo dei relatori all’incontro sulla realizzazione del distaccamento dei vigili del fuoco nell’est
Alla riunione convocata da Maria Luisa Guadin hanno partecipato una ventina di amministratori di sette Comuni FOTOSERVIZIOPECORAIl tavolo dei relatori all’incontro sulla realizzazione del distaccamento dei vigili del fuoco nell’est
Alla riunione convocata da Maria Luisa Guadin hanno partecipato una ventina di amministratori di sette Comuni FOTOSERVIZIOPECORAIl tavolo dei relatori all’incontro sulla realizzazione del distaccamento dei vigili del fuoco nell’est
Alla riunione convocata da Maria Luisa Guadin hanno partecipato una ventina di amministratori di sette Comuni FOTOSERVIZIOPECORAIl tavolo dei relatori all’incontro sulla realizzazione del distaccamento dei vigili del fuoco nell’est

I 150.000 residenti dell’est veronese potrebbero avere presto un distaccamento dei Vigili del fuoco. O almeno è questa la volontà condivisa da sindaci e consiglieri dei Comuni che ruotano intorno a San Bonifacio. Non mancano, però, i problemi per concretizzare la realizzazione della sede dei pompieri.

Per sciogliere i nodi di questa vicenda, la neo sindaca di Cazzano di Tramigna, Maria Luisa Guadin ha convocato una ventina di colleghi. Hanno, però, risposto in pochi, per la verità: all’incontro con l'ispettore antincendi Paolo Foresti, del Comando dei vigili del fuoco di Verona, si sono presentati il sindaco di San Giovanni Ilarione Luciano Marcazzan e assessori o consiglieri delegati dei Comuni di Soave, San Bonifacio, Montecchia di Crosara, Belfiore, Colognola ai Colli e Illasi.

Il punto l’ha sintetizzato Guadin: «Già in campagna elettorale avevamo messo nel nostro programma la volontà di cercare una soluzione al fatto che questa zona sia troppo lontana dal distaccamento di Verona e le conseguenze di un incendio rischino di essere aggravate dai tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso. Il nostro obiettivo è trovare uno stabile utile a diventare caserma nel momento in cui potesse esserci la risposta positiva da parte del Comando provinciale di Verona e del ministero dell’Interno».

Foresti, funzionario tecnico, ha 33 anni di servizio, ha subito messo in chiaro le differenze: «Il comando provinciale può contare su distaccamenti che si distinguono in permanente, cittadino e volontario. La differenza sta nel numero di vigili disponibili e nella copertura del servizio. Recentemente il ministero ha riconosciuto il distaccamento cittadino a San Michele Extra con 16 unità che coprono otto ore giornaliere, dislocati nell’ex caserma dei carabinieri ristrutturata dal Comune di Verona. Un distaccamento permanente come quello che si cercava per San Martino Buon Albergo avrebbe richiesto almeno 30 unità suddivise in 4 turni per sette giorni.

Un distaccamento di volontari dipende dalla volontà del territorio: si tratta di persone scelte, formate e inserite nel sistema di soccorso e potranno garantire la loro disponibilità su tempi limitati, essendo tutte persone con un altro lavoro. A Bovolone, ad esempio dove questo esiste grazie al consorzio fra Comuni limitrofi», ha spiegato Foresti, «si garantiscono tutte le sere e anche qualche giorno prefestivo e festivo. La normativa attuale non prevede più la possibilità di distaccamenti misti con vigili permanenti e volontari», ha precisato l’ispettore, aggiungendo che il Comando di Verona conta su 330 vigili del fuoco 312 dei quali operativi.

Foresti ha fornito anche il quadro minimo di quello che il Comando chiede per un distaccamento: un alloggio per un minimo di 5-6 persone con cucina e stanze separate per la presenza di personale maschile e femminile e un ricovero per i mezzi di soccorso. I Comuni dovrebbero mettere a disposizione gratuitamente la struttura e pagare le bollette, mentre sono a carico del ministero quelle per il vitto.

Gianni Storari, assessore di San Bonifacio, ha letto la delibera di Giunta approvata il 7 febbraio in cui vi si cita la disponibilità, ancora informale, della società Autostrada Brescia-Padova, di mettere a disposizione per un distaccamento dei vigili del fuoco il casello non più operativo di Soave. «Chiedevamo un sopralluogo con i tecnici del Comando provinciale per valutare se l’ipotesi potesse essere percorribile. In caso negativo la delibera sottolineava la disponibilità del Comune a cercare una dislocazione diversa, impegnandosi a intervenire con il proprio bilancio per le spese di ristrutturazione e cercare la partecipazione all’impresa di altri Comuni interessati. Ad oggi non c’è stata ancora la risposta di un sopralluogo per una verifica», ha precisato Storari.

Dal sindaco Luciano Marcazzan è arrivata un’ipotesi alternativa: «Se 150mila abitanti si tassano con 50 centesimi a testa all’anno sarebbero in grado di mettere insieme circa 70mila euro, una base da cui partire per acquistare o costruire dal nuovo una caserma nel punto ritenuto migliore per servire l’Est veronese. Credo che l’Autostrada non ci cederà il casello gratis, né lo farà per sempre. L’ipotesi di muoversi anche con un’alternativa mi pare al momento più razionale e meno dispendiosa: l’acquisto di un capannone, in questo periodo di esubero di offerte, si può fare con cifre interessanti e il costo in una decina d’anni si può completare con un mutuo, restando poi a carico dei Comuni solo le spese per le bollette della struttura».

Gli intervenuti si sono lasciati con il proposito di valutare queste e altre ipotesi (ex caserma dei carabinieri di San Bonifacio; ex ospedale di Soave). Il Consiglio comunale di Cazzano porterà alla seduta della prossima settimana una mozione di invito a valutare concretamente l’ipotesi di avviare un distaccamento dei vigili del fuoco nell’Est veronese. La mozione sarà inviata anche a tutti i Comuni dell’area perché diventi documento collettivo e argomento sui cui avviare la trattativa.

Vittorio Zambaldo

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