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«La videosorveglianza funziona»

Paolo Brigo, sindaco di Palu’
Paolo Brigo, sindaco di Palu’
Paolo Brigo, sindaco di Palu’
Paolo Brigo, sindaco di Palu’

«È la dimostrazione che le telecamere della videosorveglianza funzionano. Quindi, quanti sostengono il contrario non dicono il vero».

Il sindaco Gianni Brigo esulta nel poter tacitare le polemiche che circolano in paese, dimostrando concretamente che il sistema di occhi elettronici installato nel capoluogo funziona a pieno regime, tanto da aver consentito di identificare l’immigrato nordafricano che, di buon’ora, aveva prelevato una borsa lasciata momentaneamente incustodita sul marciapiede della centrale via Roma.

Erano le 6.30 di qualche giorno fa quando un’esercente, prima di alzare la serranda del proprio negozio, decide di andare nella vicina bottega di alimentari ad acquistare una bottiglia di ammoniaca per le pulizie.

Lungo strada non c’è nessuno. Così la donna procede dopo aver posato a terra la borsa contenente oggetti di nessun valore economico: salviette e l’agenda in cui aveva annotato una lunga lista di appuntamenti con la clientela. Ma quando, qualche minuto dopo, l’esercente torna sui suoi passi, la sacca non c’è più.

Proprio in quel momento arriva il sindaco Brigo. Il primo cittadino assicura che i vigili dovrebbero facilmente risalire a chi ha preso in mano la borsa e se l’è portata via, visionando appunto le registrazioni delle telecamere. E così è. La stessa esercente riconosce l’autore della sottrazione in un giovane immigrato residente in paese da anni.

«Riconosco che lasciare la borsa sul marciapiede, anche se per cinque minuti e approfittando che in giro non c’era nessuno, è stata una leggerezza», dice la donna.

«Probabilmente il giovane immigrato che passava in macchina ha pensato che si trattasse di cose da buttare, e così l’ha presa».

«Avendo visto il mio nome sull’oggetto che più mi stava a cuore, appunto quell’agenda su cui avevo annotati tutti gli appuntamenti di lavoro con la clientela fino al prossimo settembre, forse però quel giovane si sarebbe fatto avanti da solo, se non fosse rimasto al lavoro tutto il giorno. Grazie a suoi connazionali, l’ho rintracciato quella stessa sera».

«Lui mi ha chiesto scusa e la cosa è finita lì, perché so che è un bravo ragazzo, un lavoratore e perché è nella cultura degli immigrati raccogliere tutto ciò che trovano per strada, con la speranza che qualcosa possa ancora servire».

L’esercente ha quindi ritenuto di non sporgere denuncia ma di segnalare il fatto ai carabinieri di Zevio, competenti anche a Palù.P.T.

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