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La Madonna in Trono
è in viaggio per Trento

Quattro mesi di «vacanza» in Trentino per la Madonna in trono di Bartolomeo Montagna: la pregevole tela, dipinta tra 1486 e 1487, ha lasciato ieri la chiesa di San Giovanni Battista di Castello di San Giovanni Ilarione per raggiungere Trento, dove rimarrà fino a novembre. La preziosa opera sarà infatti uno dei gioielli che costituiranno il dittico di mostre «Viaggi e incontri di un artista dimenticato-Il Rinascimento di Francesco Verla» e «Ordine e bizzarria-Il Rinascimento di Marcello Fogolino», ospitate rispettivamente al Castello del Buonconsiglio e al Museo diocesano tridentino. Le mostre saranno inaugurate sabato 8 luglio e rimarranno allestite fino al 6 novembre.

Di primo mattino, ieri, hanno bussato alla porta della chiesa di San Giovanni Battista tre addetti al recupero della preziosa tela alta 190 centimetri e larga 162. Attrezzati con uno speciale muletto, i tre addetti hanno impiegato circa tre ore a liberare il dipinto dalla pregiata cornice che lo cingeva e a sfilarlo dalla teca in vetro che lo proteggeva: il tutto sotto gli occhi del delegato del parroco Lorenzo Gecchele, del collaboratore parrocchiale Fiorenzo Lovato e del professor Mario Gecchele, docente all’ateneo scaligero che alla chiesa di San Giovanni Battista, alla pala del Montagna e al territorio ilarionese in generale ha dedicato più pubblicazioni.

Un’emozione immensa, quella vissuta nella chiesa deserta, quando il dipinto è stato estratto dal vetro e ha rivelato tutta la sua bellezza. I colori, i dettagli, la dolcezza dei volti visti a distanza ravvicinatissima hanno lasciato tutti senza parole, con la commozione a disturbare gli occhi impegnatissimi a passare tutto il dipinto centimetro per centimetro. Una volta deposta su una grande cornice in compensato e cartone, la tela è stata incartata, sigillata e caricata sul camion che è partito per Trento.

Restava da fare, però, anche un altro recupero: quello dei due biglietti che nel 1980 vennero infilati tra la tela e la teca quando la Madonna in Trono, che era stata rubata, venne rimessa al suo posto. In un primo tempo si è pensato a un aspirapolvere, che col tubo infilato dall’alto avrebbe potuto acciuffare i due foglietti: peccato, però, che trovare un tubo di aspirazione lungo due metri fosse quasi impossibile. È bastato allora guardare con attenzione la teca per accorgersi che in alcuni punti la cornice profonda 3 centimetri e mezzo non era stata cementata: così, con l’aiuto di un sottile filo di ferro e tanta pazienza, i due foglietti sono stati recuperati, ma pure una moneta da 100 lire che era stata lasciata a memoria del conio dell’epoca.

Per quattro mesi, dunque, la comunità di Castello dovrà fare a meno dell’opera d’arte più preziosa di San Giovanni Battista. La tela, in origine una pala poi trasportata su tela, dal primo decennio dell’Ottocento occupava la nicchia posta sulla sinistra dell’altare della Madonna delle Grazie: una dolcissima Madonna in trono con, tra le braccia, il piccolo Gesù. Alla sua sinistra San Giovanni Battista, alla sua destra Sant’Antonio e ai piedi del trono, aggiunto poco prima del posizionamento dell’opera, lo stemma gentilizio della famiglia Balzi Salvoni.

I Balzi, ilarionesi imparentatisi poi con i Salvoni, presumibilmente acquistarono l’opera in periodo napoleonico e l’avevano poi donata a Castello. Il dipinto era stato commissionato al Montagna, nella seconda metà del Quattrocento, dalla famiglia Magrè per decorare l’altare di famiglia nella chiesa di San Lorenzo, a Vicenza.

Paola Dalli Cani

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