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La tragedia di Belfiore

La lettera a Emma
dei compagni: «Sei
sempre qui con noi»

La tragedia di Belfiore
Emma Piubello
Emma Piubello
Emma Piubello
Emma Piubello

I compagni di classe al liceo Guarino di Emma Piubello, la giovane di San Bonifacio morta insieme alla zia in un terribile incidente stradale, hanno decise di dedicare a lei le due repliche dello spettacolo «Simposio-L'amore e il vino». E le hanno dedicato una toccante lettera.

 

A te Emma, che hai saputo affrontare ogni difficoltà con il sorriso, vivendo la tua vita al massimo.

A te Emma, che nell’oscurità di tutti i giorni hai saputo trovare la luce. A te Emma, che non ti sei limitata ad essere foglia ma sei diventata chioma. Eppure un vento ti ha strappata via dalla nostra vista, ma la tua presenza è ancora qui, viva in mezzo a noi, come una brezza leggera che ci scompiglia i capelli, ci bacia il viso e ci porta l’eco della tua risata.

Ti immaginiamo sorridente, attiva, sempre pronta a metterti in gioco e a dare il meglio di te come in tutto quello che hai fatto per la scuola, per la tua classe e in particolar modo per la realizzazione di questo progetto, il simposio, in cui hai creduto molto e a cui hai dedicato molto del tuo tempo. Perché così sei sempre stata: viva.

Hai cantato, scherzato, riso, ballato in questa danza chiamata vita, tra valzer di spensieratezza, balli di gruppo di felicità e allegretti di gioia.

Ora la tua danza continua, in modo leggiadro, fluttua nell’aria mossa dal tuo vento. La tua orchestra suona melodie impercettibili ma incita le nostre a continuare. Sì, suonano i nostri strumenti, li senti? Come flauti, violini, arpe, pianoforti non suonano senza il direttore d’orchestra, così le nostre vite non possono proseguire senza la tua guida.

Sappiamo che ci sei, che sei davanti a noi pronta a dirigerci con la tua mano esperta anche se non ti percepiamo fisicamente. Avremmo voluto darti un ultimo abbraccio, un ultimo bacio, un ultimo sorriso o un ultimo saluto. Di quelli nei quali entrambi sanno che è un addio ma non lo considerano tale, un arrivederci infinito, eccolo.

Partano le nostre melodie e le nostre danze in un concerto che non avrà mai fine.

La prima H

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