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La fusione con Caldiero:
«Vogliamo procedere»

L’insediamento dell’amministrazione Albertini: tra pochi mesi si potrebbe già votare di nuovo
L’insediamento dell’amministrazione Albertini: tra pochi mesi si potrebbe già votare di nuovo
L’insediamento dell’amministrazione Albertini: tra pochi mesi si potrebbe già votare di nuovo
L’insediamento dell’amministrazione Albertini: tra pochi mesi si potrebbe già votare di nuovo

Congelare l’iter di fusione con Caldiero, fino a dopo le elezioni amministrative della prossima primavera, proprio a Caldiero, e cercare nel frattempo di fare rientrare in gioco Illasi e Colognola, per la fusione a quattro paesi.

Questa è la proposta dei consiglieri di minoranza del gruppo Per Belfiore – Lega Nord, avanzata nella seconda seduta del nuovo Consiglio comunale. Opposizone che ha bocciato la delibera con le linee programmatiche della maggioranza, perché questa invece intende andare al referendum consultivo per la fusione con Caldiero già in autunno.

«Finora è stata fatta una sola assemblea a Belfiore e non sono stati affrontati i risvolti negativi della fusione. Lo studio di fattibilità va completato», ha detto il consigliere Roberto Bravi, «è un iter troppo complesso per essere fatto così velocemente. Chiedo di attendere fino alla primavera prossima, dopo le elezioni a Caldiero». «È necessario capire a che livello si alzeranno le tasse per gli abitanti di Belfiore, una volta entrati nel nuovo Comune», ha aggiunto Bravi, «e come saranno affrontati i temi infrastrutture e assetto urbanistico».

«Ci sono parecchie cose da chiarire ed è stato detto poco delle criticità che comporta una fusione», ha rimarcato Bravi, «Colognola ha scelto la strada più corretta: quella di discutere l’ipotesi con i cittadini, dopo le elezioni».

«I cittadini sono chiamati a decidere proprio con il referendum, unico strumento democratico per una consultazione popolare», ha risposto l’ex sindaco e oggi consiglere di maggioranza, Davide Pagangriso, proponente un anno fa la fusione, «Inoltre la situazione tra Belfiore e Colognola è diversa, dato che Belfiore è sotto i cinquemila abitanti ed è obbligato a conferire tutte le funzioni o in convenzione con altri Comuni, o in un’unione. Colognola non ha quest’obbligo perché è più grande; non ha urgenza».

«Il finanziamento regionale per il progetto di fattibilità di fusione e per indire il referendum nei due centri è per quest’anno e non per l’anno prossimo», ha aggiunto il sindaco, Alessio Albertini, «in realtà, io c’ero e sono stato convocato ad una riunione informale, dall’allora sindaco Pagangriso, quando si è capito dalla decisione della giunta Martelletto che Colognola non avrebbe votato lo studio di fattibilità di fusione a quattro. Abbiamo deciso all’unanimità in Consiglio comunale, anche con il voto dell’allora consigliere della Lega Nord Valentino Fedrigo (in minoranza), di tenere buono di quel progetto di fusione a quattro il materiale relativo ai nostri due Comuni, per dare avvio alla fusione a due. Vedremo adesso se Colognola consulterà i propri cittadini su questo tema».

«Le incognite ci sono», ha proseguito Albertini, «il primo periodo sarà difficile, ma vogliamo dare ai cittadini la possibilità di andare al voto per decidere nel merito. Il Pati (Piano di assetto del territorio intercomunale) è già stato steso assieme da Belfiore, Caldiero, Colognola e Lavagno. Con la fusione non si va troppo lontano dal punto di vista urbanistico. Inoltre già dall’anno prossimo se rimarremo da soli dovremo aumentare le tasse per far quadrare il bilancio». «Non è aspettando le elezioni a Caldiero che si risolverà la questione», ha osservato Pagangriso, «ogni anno ci sarà un Comune che vota. Se non si comincia adesso, non se ne fa più nulla». «Sarebbe importante un accordo con Caldiero sulle contropartite da riservare a Belfiore», ha suggerito il consigliere di minoranza Andrea Fedrigo, «per evitare che Belfiore si spopoli e vadano tutti ad abitare a Caldiero».

«Nessuno dice che la fusione è solo positiva», ha chiuso l’assessore ai lavori pubblici Denise Zoppi, «prima di andare al referendum informeremo anche sulle criticità».

Zeno Martini

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