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La collezionista di piccoli presepi In casa ne ha 600

Paola Zangiacomi tra i suoi presepi, collocati su tavoli. Ha cominciato a collezionarli una ventina di anni fa
Paola Zangiacomi tra i suoi presepi, collocati su tavoli. Ha cominciato a collezionarli una ventina di anni fa
Paola Zangiacomi tra i suoi presepi, collocati su tavoli. Ha cominciato a collezionarli una ventina di anni fa
Paola Zangiacomi tra i suoi presepi, collocati su tavoli. Ha cominciato a collezionarli una ventina di anni fa

Monica Rama A Natale in casa Zangiacomi il Bambin Gesù nasce almeno 600 volte. Tanti, infatti, sono i presepi allestiti in famiglia, frutto di una passione nata circa vent’anni fa, che nel tempo si è trasformata in autentico collezionismo, con tanto di schedatura e collocazione per ogni pezzo, rispettando un rigore quasi scientifico. Non è un caso che proprietaria di queste 600 Natività sia proprio una professoressa di matematica, Paola Zangiacomi, da poco in pensione dopo aver insegnato al liceo scientifico Galilei di Verona, libera ora di dedicarsi a un interesse che la porta a cercare presepi anche con il Solleone. «Per la verità al momento in casa ne ho “solo” 510, perché 90 mi sono stati richiesti per l’esposizione internazionale in Arena», puntualizza Paola, aprendo le porte del salotto della sua abitazione di Colognola, traboccante, in questo periodo, di piccole Sacre Famiglie, culle e mangiatoie in miniatura che suscitano stupore e ammirazione. Si tratta di piccole opere d’arte, provenienti da tutto il mondo e realizzate con ogni tipo di materiale. L’elemento che accomuna questo vasto e variegato insieme è la dimensione di ogni presepe, sempre molto contenuta «tanto che una Natività è persino allestita all’interno di un guscio di pistacchio», fa sapere la professoressa. Insomma un incanto, che fa della casa di Paola uno spazio espositivo di grande suggestione. DISPOSTI SU TAVOLI e credenze, oltre che su supporti provvisori posizionati proprio per le feste natalizie, «ho presepi in alabastro, vetro, argento, stoffa, cera, ebano, palissandro, carta, sasso di Matera e perfino uno fatto con un osso di bovino e un altro con la lava dell’Etna», riferisce la signora Zangiacomi. «Provengono da ogni parte d’Italia e d’Europa oltre che da Africa, Asia e America. In Arena ho esposto soprattutto quelli dall’estero. Siccome, però, a casa ne sentivo la mancanza, in queste settimane ho cercato di procurarmene degli altri, rivolgendomi a centri missionari e mercatini equo-solidali». E pensare che tutto è nato quasi per caso: «Vent’anni fa mi sono trovata davanti a una bancarella benefica su cui erano esposti dei piccoli presepi peruviani. Sono rimasta colpita, mi sono parsi molto carini e ho voluto acquistarne uno: era nata una passione. Da allora, quando viaggio o visito località diverse, cerco sempre qualche Natività, puntando su quelle più originali. Ne trovo anche fuori stagione», racconta Paola, aiutata nel suo intento pure da parenti e amici che, inevitabilmente, sanno sempre cosa regalarle. Non deve essere facile, di fronte a tante opere d’arte in miniatura, preferirne una, ma lei ci riesce perfettamente: «Trovo incantevole questo piccolo presepe in vetro di Murano, che ho acquistato da un mastro vetrario a Venezia: vi fanno parte perfino degli animaletti, fatti con una maestria straordinaria», rivela indicandoli con ammirazione. «Di solito cerco presepi nei centri missionari di Vicenza e al Museo Africano di Verona, ma anche quando viaggio in Europa e in Italia. In Francia, ad esempio, ho acquistato dei bellissimi Santons e ho anche un piccolo presepe ricoperto d’oro». •

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