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«L’unione con Caldiero
non ci farà sparire»

Alessio Albertini, sindaco di Belfiore FOTO AMATO
Alessio Albertini, sindaco di Belfiore FOTO AMATO
Alessio Albertini, sindaco di Belfiore FOTO AMATO
Alessio Albertini, sindaco di Belfiore FOTO AMATO

«Belfiore sparirà, dopo la fusione con Caldiero? Non sparirà, se noi belfioresi sapremo far valere la nostra identità»: questa la risposta data dal sindaco di Belfiore, Alessio Albertini, alla domanda che ha aleggiato durante tutta la recente campagna elettorale e che è stata formulata anche l’altra sera all’assemblea molto partecipata, la prima organizzata a Belfiore, sulla fusione con il Comune di Caldiero per diventare un Comune unico, il nuovo BelfioreCaldieroTerme da 10 mila e 489 abitanti.

«Ma con il tempo, Belfiore sparirà e rimarrà solo Caldiero Terme», ha detto Elia Pastorello, uno dei presenti. «Decideranno i cittadini», ha replicato il sindaco di Caldiero, Giovanni Molinaroli, «ognuno in questo momento ha una propria idea, ma io e l’allora sindaco Davide Pagangriso (in carica a Belfiore prima della recentissima elezione di Albertini, ndr), abbiamo lottato per garantire ai nostri concittadini l’opportunità di decidere nel merito».

«Perché Colognola ha detto no alla fusione a quattro?», ha chiesto il consigliere di minoranza Filippo Parisi. Il quarto paese sarebbe stato Illasi, tagliato fuori dalla retromarcia di Colognola perché a quel punto è mancata la contiguità territoriale con Belfiore e Caldiero. A questo quesito, Molinaroli ha chiamato in causa direttamente l’ex sindaco di Colognola, Alberto Martelletto, seduto tra il pubblico. «Il Consiglio comunale di Colognola non se l’è sentita di prendersi la responsabilità di decidere su questa ipotesi di fusione a quattro, senza aver sentito prima direttamente i cittadini», ha precisato Martelletto, «a pochi mesi dalle elezioni». Peccato che per questa mancata assunzione di responsabilità, adesso i cittadini di Colognola non potranno più esprimersi né contro, né a favore. «È vero che non sono stati interpellati prima, nemmeno noi», ha spiegato al pubblico Primo Danese, più volte consigliere comunale di Belfiore, di lunga militanza politico amministrativa, «ma Martelletto ha sbagliato mentre i sindaci di Belfiore e Caldiero, si sono assunti la responsabilità di amministratori e sono andati avanti, guardando al futuro. I nostri sindaci ci hanno dato la possibilità di esprimerci con il referendum. Colognola poteva decidere ugualmente, perché l’iter era ancora tutto da percorrere».

Lupicino Bettini di Caldiero ha fatto sapere di aver depositato in municipio una lettera–mozione per il no alla fusione: «È un salto nel baratro». «Anche noi del centrodestra di Belfiore ci faremo sentire con quelli di Caldiero per formare un comitato per il no», ha promesso Elia Pastorello.

«Nessuno di noi è qua stasera per mostrare quale sindaco è stato più bravo nel dire no o sì al progetto di fusione», ha voluto chiarire il neo sindaco di Belfiore, «ma siamo qui per dire che la scelta spetta a voi cittadini».

«Ma c’è ancora la possibilità di riaprire la partita della fusione a quattro?», ha chiesto Giorgio Veronese. «Caldiero e Belfiore hanno voluto cogliere l’opportunità data dalla Regione, per non perdere i contributi, più di 700 mila euro per dieci anni dallo Stato e altri 550 mila euro spalmati in tre anni dalla Regione», ha risposto Molinaroli. «Non abbiamo perso tempo per non perdere questa opportunità e quindi ora la fusione presentata in Regione è solo a due e resta limitata a Caldiero e Belfiore».

E che fine farà l’Unione? E’ stata un altra domanda sollevata dal folto pubblico incuriosito. «L’Unione di Verona Est è un ente in più, che andrà avanti, anche se andrà in porto la fusione», ha avvertito Molinaroli. «Ad esempio dovremo valutare come svolgere i servizi sociali. Nessuno dice di chiudere subito l’Unione, che funziona bene, anche perchè i Comuni sotto i cinquemila abitanti, dovranno comunque conferire tutte le funzioni. Ma quella della fusione è una opportunità in più che diamo ai nostri due paesi”.

«Sono felice di sentire stasera qualcuno, che l’ha sempre giudicata un carrozzone, lodare l’Unione come ente che funziona», ha rimarcato Molinaroli.

«Vorrei chiarire che, se andrà in porto la fusione, il municipio a Belfiore non sparirà, come ho sentito dire durante la campagna elettorale», ha sottolineato il sindaco Albertini. «Rimarrà con gli uffici aperti al pubblico come ci sono oggi, ossia ufficio tecnico ed anagrafe. Certo ci vorrà del tempo per far partire una macchina amministrativa con il personale dei due Comuni insieme. Ma questa sarà anche un’opporunità, sia per assumere nuovo personale, che per selezionare il personale migliore e affidare ad esempio incarichi mirati. Ci sarà chi si occuperà degli appalti, piuttosto di chi si specializzerà sulle manutenzioni. Certo, ci vorrà del tempo per far andare tutto liscio. Saremo davanti a un libro bianco, sul quale scrivere tutto, dallo statuto comunale alle tasse. Ma non servirà rifare la carta d’identità, né andare all’ufficio delle imprese. L’ identità, le tradizioni e le abitudini di ciascun paese andranno tutelate, la fusione non spazzerà via la nostra identità e l’accattamento al nostro territorio».

Zeno Martini

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