«Nel 1998», spiega il sindaco Gianpaolo Provoli, «con l’allora primo cittadino Silvano Polo, si era provveduto a redigere il nuovo Piano regolatore, che doveva avere una durata di dieci anni; poi sono subentrate normative regionali che hanno cambiato radicalmente, con la legge urbanistica regionale veneta, quelle che dovevano essere le pianificazioni territoriali». «Quindi noi siamo rimasti indietro da questo punto di vista, sostanzialmente fermi da quasi dieci anni, per quel che riguarda i possibili assetti futuri urbanistici, cosa invece fondamentale», sottolinea Provoli. «Dal recupero delle aree degradate, dal recupero e riqualificazione delle aree industriali dismesse, alla individuazione delle opportunità artigianali e industriali, soprattutto della piccola impresa con pochi dipendenti, ma anche e soprattutto sulla riqualificazione dei vecchi edifici, si punta e si gioca la qualità della vita, perché legata alla qualità edificatoria di quello che è il futuro di San Bonifacio».
«È LA PRIMA TAPPA fondamentale; seguiranno bandi pubblici in cui ci saranno le manifestazioni di interesse da parte dei singoli privati per poter riqualificare e richiedere delle piccole attività edilizie che sono ben inquadrate in queste linee guida fondamentali per lo sviluppo del paese nei prossimi decenni». «Il sindaco conclude ringraziando i tecnici comunali che hanno operato in grande velocità e naturalmente l’architetto Valentino Gomitolo, estensore del piano, e il consigliere Adriano Pimazzoni, presidente della Commissione Urbanistica che ha seguito passo passo le modalità anche burocratiche del Pat. Lo strumento quindi è ora vigente. L’incontro con i tecnici è previsto nel giro di una ventina di giorni. G.B.