Dopo che lo scorso anno era venuta a San Giovanni Lupatoto a scoprire i segreti di come si confeziona una pizza di qualità, la delegazione di pizzaioli giapponesi è tornata in questi giorni per «clonare» (se possibile) anche le magie degli ingredienti che rendono unica la pizza italiana.
«Questa volta l’obiettivo è quello di affinare ancora di più la conoscenza della pizza e soprattutto dei suoi ingredienti principali, per proporre ai clienti in Giappone un prodotto ancor più di qualità e il più possibile fedele a quello originale italiano», dice Nicola Strambini, zeviano di santa Maria che da alcuni anni opera nel settore dei forni per pizze in Giappone e che ha guidato la delegazione.
«Anche quest’anno siamo stati accolti generosamente dalla pizzeria da asporto di Giorgio Facci di San Giovanni Lupatoto e dalla pizzeria Corrado di Raldon, dove ci hanno spiegato come avviene la preparazione dell’impasto e delle farciture. Inoltre abbiamo fatto visita anche ad alcuni produttori locali di ingredienti che sono basilari per la pizza, come ad esempio l’olio d’oliva dal Frantoio Bonamini di Illasi e la mozzarella dalla Fattoria Leso di Cadidavid», aggiunge Strambini.
La delegazione giapponese era composta da due uomini, Hitoshi Kamoshida, 49 anni, e Kyohei Yamaguchi, 20 anni, e due ragazze, Chinatsu Hirakata 24 anni e Miki Onodera 23 anni. La loro pizzeria si chiama «Pizza Koubou» e si trova in un’area di ristoro che si chiama «Den-en Plaza Kawaba» e comprende altri ristoranti tipici giapponesi e un mercatino di frutta, verdura e prodotti locali. Tutto questo si trova in una piccola cittadina chiamata Kawaba, nella prefettura di Gunma, a due ore e mezza a nord-est di Tokyo.
«Ritengo che questo viaggio sia molto importante perché grazie a queste visite si andranno a valorizzare i prodotti tipici del nostro territorio, la cui immagine di qualità, bontà e genuinità verrà trasmessa con forza all’estero», conclude Strambini. «Inoltre sono contento che il viaggio dell’anno scorso non sia stato un evento fine a se stesso, ma che sia stata l’occasione per l’inizio di uno scambio culinario e culturale che possa durare anche in futuro. Sia da parte dei pizzaioli giapponesi che da parte delle pizzerie e dei produttori ospiti è emerso un interesse reciproco, che potrebbe anche portare una delegazione Italiana in Giappone».R.G.