<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Imprenditoria agricola
e montagna: si fa così

Giovanni Rugolotto tra i suoi campi a Vestenanova
Giovanni Rugolotto tra i suoi campi a Vestenanova
Giovanni Rugolotto tra i suoi campi a Vestenanova
Giovanni Rugolotto tra i suoi campi a Vestenanova

Un giorno in vetrina per due aziende agricole della Lessinia, modello di capacità imprenditoriale e occasione di confronto per giovani futuri imprenditori nei settori della coltivazione e dell’allevamento in territorio montano. Sono le aziende I frutti del Pozzeolo di Vestenanova, che produce frutta fresca di alta qualità e anche yogurt, in cooperazione con l’azienda Il latte del Parco di Bosco Chiesanuova, e Il Castello dorato di San Giovanni Ilarione con frutteti e un lussuoso allevamento di cani di razza Golden Retriever di linea inglese e americana.

Entrambe hanno a suo tempo presentato un piano di sviluppo che rispecchia le nuove esigenze dei consumatori, di conoscere e vivere direttamente l’ambiente rurale, le bellezze del territorio, le pratiche agricole, e i prodotti locali come al Pozzeolo o visitare particolari insediamenti come il Castello dorato dove si alleva il «miglior amico dell’uomo» capace di creare incredibili emozioni.

Questo tour esplorativo in alta Val d’Alpone è stato organizzato per una trentina di agricoltori dall’Associazione per la Promozione e la difesa del territorio del Veneto, un appellativo che è già un programma e ha uno scopo ben preciso, fatto suo da Alberto Scardoni, presidente: «Dobbiamo mostrare le realtà virtuose di aziende agricole in montagna e informare per tempo i giovani che vogliono insediarsi, per arrivare al prossimo Bando preparati e conoscere al meglio agevolazioni e impegni da assumere, riducendo gli imprevisti».

Un aiuto concreto insomma rivolto ai giovani per personalizzare, grazie ai consigli di consulenti, dirigenti e agricoltori già affermati, le proprie idee e creare aziende agricole efficienti e competitive, magari dando vita ad aggregazioni di più realtà aziendali. È stata proprio la «rete d’impresa» l’argomento più gettonato del convegno aperto da Fabrizio Stella, direttore regionale di Avepa (l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) con sede a Padova, affiancato da Alessandro Cappelletti, responsabile dello Sviluppo imprese agricole di Avepa di Verona che, terminate le rilevazioni dei danni causati dalle tardive gelate stanno ora monitorando i danni della siccità. Hanno ribadito quanto sia importante l’aspetto sociale del «fare rete» sul territorio.

«Bisogna creare una mentalità nuova di collaborazione, perché l’agricoltore non può più fare il solista, chiuso nel proprio podere, come una volta. La burocrazia stessa può essere agevolata da uno scambio reciproco di esperienze. Aiutatevi fra di voi, non siate diffidenti», ha esortato il direttore di Avepa rivolto agli agricoltori, «valutate le vie da intraprendere con lungimiranza, condividendole con persone di fiducia».

Bisogna familiarizzare con il Psr (Piano di sviluppo rurale) che stabilisce le strategie e gli interventi per il settore agricolo, «dove purtroppo l’Italia è penultima in Europa. Solo Malta è dietro di noi. Ma la notizia buona è che il Veneto è il primo in Italia come impegno del Psr e, come regione, secondi in Europa. Ciò significa», ha rincuorato Stella, «che abbiamo un sistema che funziona». Spazio dunque all’informazione, formazione e informatizzazione, perché oggi anche l’agricoltura vive in un mondo digitalizzato e sempre connesso con le amministrazioni.

Incalzante il monito di Ermanno Anselmi, presidente del Gal Baldo-Lessinia, nello spiegare le opportunità del Psr 2014-2020 in agricoltura e turismo. «Oggi deve ingolosire il fare sistema e voi che conoscete le nostre montagne», ha detto rivolto agli agricoltori, «e siete i guardiani di queste economie che rischiano l’abbandono, anche alla luce delle attuali problematiche come quelle dei lupi, avete il dovere di sviluppare una mentalità cooperativistica. Un esempio su tutti: se in una contrada ci sono cinque allevatori non è accettabile che ci siano cinque raccoglitori di latte diversi. Bisogna fare squadra e creare un’economia indotta territoriale e un vero sistema di presidio del territorio».

Mariella Gugole

Suggerimenti