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Il tribunale sulle Opere riunite:
«Sono ente di natura privata»

La casa di riposo Opere riunite don Luigi Rossi di ArcoleLa sede degli uffici della casa di riposo
La casa di riposo Opere riunite don Luigi Rossi di ArcoleLa sede degli uffici della casa di riposo
La casa di riposo Opere riunite don Luigi Rossi di ArcoleLa sede degli uffici della casa di riposo
La casa di riposo Opere riunite don Luigi Rossi di ArcoleLa sede degli uffici della casa di riposo

Le Opere riunite Don Luigi Rossi di Arcole non sono più un Istituto pubblico di assistenza e beneficenza. Il tribunale ordinario di Verona ha emesso la sentenza che stabilisce la «natura giuridica privata» dell’ente.

La sentenza non ha eguali nel Veronese ed è destinata a fare scuola nell’abito delle trasformazioni delle Ipab da pubbliche a private. Dunque è cambiata la ragione sociale dell’ente. E trascorsi i termini per poter impugnare quanto stabilito dal tribunale presentando ricorso, con nessuno che ha fatto opposizione, a partire da martedì le Opere Riunite Rossi non sono più un Ipab, ma un ente privato.

Il Consiglio di amministrazione che si occupa della gestione della casa di riposo e della scuola materna arcolesi ha presentato richiesta al Tribunale per stabilire se le opere don Rossi stesse, fossero da ritenersi un soggetto pubblico o privato.

La sentenza è stata inequivocabile e ha stabilito la natura privata, in base al fatto che si tratta di un ente di ispirazione religiosa, fondato appunto da don Luigi Rossi, parroco emerito di Arcole.

«L’associazione offre servizi di assistenza rivolti alle persone autosufficienti e non autosufficienti e di educazione scolastica ai bambini dai tre ai sei anni (centro diurno, casa si riposo e scuola materna)», c’è scritto sulla sentenza del tribunale ordinario. «È stata fondata da un religioso, l’arciprete di Arcole don Luigi Rossi e il parroco di Arcole è componente permanente del consiglio di amministrazione», porta sempre come spiegazione il tribunale. «La scuola materna è improntata ai principi della religione cattolica», conclude il giudice sulla sentenza.

Non essendo più un Ipab, cosa diventeranno ora le Opere Riunite don Rossi? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’ente privato, Angelino Birtele. «Abbiamo voluto fare chiarezza sulla natura del nostro ente, con l’assenso dell’amministrazione comunale e della parrocchia arcolese», riferisce Birtele. «Ora il Cda prenderà atto della sentenza (ciò avverrà nel consiglio di amministrazione convocato per oggi ndr) e la ratificherà», fa sapere sempre il presidente.

«A questo punto dovremo scrivere un nuovo statuto dell’ente, in cui si andrà a definire la ragione sociale, che probabilmente sarà una fondazione privata, anche se questo non è ancora stato deciso».

«In sé, anche se le Opere riunite diventeranno una Fondazione, non cambieranno i rapporti con le istituzioni, in primis Comune e Regione», assicura Birtele, «ma essendo un ente privato, il Cda potrà ora decidere in autonomia e scrivere il proprio statuto, nonché stabilire la nuova natura giuridica dell’ente».

In conseguenza di ciò, tutto il patrimonio immobiliare dell’ente rimarrà di proprietà privata del nuovo soggetto. «Si tratta di una sentenza destinata a fare da apripista per molte altre realtà come la nostra, altre Ipab, veronesi e non», conclude il presidente delle Opere Riunite Rossi, «che potranno seguire lo stesso nostro iter, fare richiesta al tribunale ordinario e cambiare la propria ragione sociale, da Ipab a fondazione privata».

Zeno Martini

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