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Il supercomune?
Colognola ai Colli
ha tirato il freno

L’ingresso a Colognola ai Colli: la comunità non è ancora pronta per la fusione
L’ingresso a Colognola ai Colli: la comunità non è ancora pronta per la fusione
L’ingresso a Colognola ai Colli: la comunità non è ancora pronta per la fusione
L’ingresso a Colognola ai Colli: la comunità non è ancora pronta per la fusione

Niente supercomune. Colognola per ora si tiene stretta la propria identità e frena sulla fusione. «Non sussistono allo stato attuale i presupposti necessari per una decisione ponderata sul progetto di fusione da parte del Comune di Colognola e pertanto si ritiene opportuno assumere una posizione sospensiva dell’iter procedurale». Questa la posizione formale espressa dalla Giunta unanime, convocata eccezionalmente domenica, che ferma il progetto di realizzare nell’Est veronese un maxicomune di 25 mila abitanti. La Giunta «prende atto della presentazione dello studio di fattibilità per la fusione di Belfiore, Caldiero, Colognola e Illasi», ma precisa anche che «l’imminente scadenza dell’attuale amministrazione non consente l’assunzione di una responsabilità così significativa per la popolazione in contesto di fine mandato». Insomma, una partita che non va bene giocare a pochi mesi dalle amministrative.

Il sindaco Alberto Martelletto non ha dubbi: «Quello assunto dall’amministrazione è un atto di rispetto verso la nostra gente perché finora non è stata mai coinvolta direttamente, se non per ciò che ha letto sui giornali. Prima bisogna che le persone si facciano un’idea. Non basta un incontro pubblico e via». «Fare politica», sostiene il primo cittadino, «non è imporre scelte, bensì interpretare i bisogni della gente e quindi dobbiamo prima avere il tempo di percepirne l’orientamento. Se non lo facessimo, verremmo poi smentiti dall’esito del referendum». Martelletto ricorda che nella maggioranza delle proposte di fusione, anche recenti, succede che nonostante l’accordo tra gli amministratori, il referendum bocci l’iter.

Per gli amministratori colognolesi c’è di più: «A Colognola ci sono asset patrimoniali e finanziari realizzati con i soldi dei colognolesi il cui beneficio sarebbe corretto andasse a chi li ha prodotti, ma per farlo è necessaria una trattativa con i Comuni partner, che non si può fare in così poco tempo». Martelletto è critico sui tempi: «La fase di studio si è allungata un po’ troppo e mancano pochi mesi alle elezioni. Il materiale l’abbiamo avuto da pochi giorni e nemmeno completo. Sarebbe corretto assumersi una responsabilità così grande a fine mandato?».

A Colognola, comunque, non si smentisce la bontà dello studio: «È stato positivo fare la radiografia dei Comuni. Entro novembre si sarebbe dovuto deliberare l’avvio della procedura, che poi passa alla Regione per l’emanazione di un’apposita legge e l’indizione del referendum per la costituzione di un solo Comune. Nel caso di Colognola, che in primavera andrà alle urne, questa tempistica non consente un serio confronto con la popolazione».

Il timore è anche un altro: «Il rischio è che le prossime elezioni diventino un pre-referendum. Inoltre l’effetto di una decisione presa oggi significherebbe probabilmente mandare a casa la prossima amministrazione poco dopo il voto». Nessun dubbio sul fatto che la prospettiva del supercomune porti vantaggi: «Lo studio di fattibilità elenca le agevolazioni che Stato e Regione mettono a disposizione per favorire questo processo. Essere esentati, ad esempio, per cinque anni dai vincoli del Patto di Stabilità, consentirebbe di investire sul territorio del nuovo Comune 12 milioni di euro e verrebbero ripristinati i trasferimenti dello Stato ai livelli del 2010, il che corrisponderebbe ad altri 800 mila euro annui. Altro vantaggio, deriverà dal riassetto organizzativo».

«Premesso che lo studio ha evidenziato il generale stato di salute finanziaria dei Comuni partecipanti, sono emerse anche differenze», fa presente Martelletto, «che vedono Colognola in posizione più solida rispetto alle altre realtà dal punto di vista patrimoniale e finanziario. C’è bisogno di tempo per metabolizzare questi elementi».

Nessuna critica, poi, alla scelta di Caldiero e Belfiore di procedere con il progetto fusione comunque. «È una decisione che rispettiamo. Belfiore, benché sia prossimo anch’esso alle elezioni, essendo sotto i cinquemila abitanti entro il 31 dicembre per legge deve delegare le funzioni fondamentali all’Unione Comuni e quindi», tira le Martelletto, «di fatto verrebbe comunque espropriato di autonomia decisionale. Caldiero sconta una forte densità demografica su una superficie abbastanza contenuta: vede probabilmente la possibilità di integrare il territorio». «In realtà», conclude Martelletto, «la posizione di Colognola, interrompendo la contiguità territoriale, porta a escludere dalla fusione Illasi che, invece, era a favore. Ciò sarà materia da discutere per la nuova amministrazione; allora sarà possibile valutare anche come andrà il referendum sulla fusione tra Caldiero e Belfiore».

Monica Rama

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