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Il sincrotrone per scoprire l’altro lato

Le ultime indagini non hanno raccontato nulla di nuovo sul baby dinosauro vissuto 113 milioni di anni fa, ma hanno confermato l’ottimo lavoro fatto negli anni con mezzi meno sofisticati. L’avanzamento tecnologico, però, fa ipotizzare che in un futuro non molto lontano l’utilizzo del sincrotrone riveli in tre dimensioni il lato B di Ciro. «L’ultima ricerca sullo Scipionyx Samniticus è di aprile, quando cioè ho collaborato a un’indagine di due esperti che hanno ideato una luce laser ultravioletta già testata su alcuni fossili di giacimenti eccezionali della Germania e Spagna. Avevano tenuto come base la monografia del 2011», spiega Dal Sasso, «e le foto in luce ultravioletta pubblicate e speravano di scoprire molte altre cose grazie a questa luce molto più forte, una specie di luce polarizzata, che scansiona il campo degli ultravioletti ed essendo più penetrante ha un potere di risoluzione in termini di pixel superiore a quello che sino ad ora era possibile». Di nuovo, come spiega il paleontologo, non è emerso nulla, «e devo dire che da un certo punto di vista questo epilogo, con strumenti eccezionali, conferma quanto sia stato estremamente dettagliato il lavoro fatto da noi». All’epoca Ciro era stato indagato attraverso una tac ospedaliera, e l’ipotesi odierna è di ripetere l’esame utilizzando una microtac. Dietro l’angolo, e basta questo a dimostrare come Ciro faccia assolutamente ancora notizia, c’è però una possibile indagine con il sincrotrone, «acceleratore di particelle che spara elettroni in un fascio perfetto capace di attraversare oggetti solidi senza danneggiarli e di trasformare il segnale in una ricostruzione tridimensionale dell’oggetto». P.D.C.

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