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Il sacrestano che ha fatto la storia della cappella

Villa Portalupi, il palazzo barocco che sorge in piazza Roma nel centro storico di Colognola, sede della casa di riposo Fondazione Monsignor Marangoni, non ha più segreti. A ricostruire una delle pagine meno conosciute della storia dello stabile, relativa alla cappella dell'antica dimora che appartenne a una delle più prestigiose famiglie dell'oligarchia cittadina, è stato Donato Avogaro, sacrestano della parrocchia dei Santi Fermo e Rustico, appassionato di storia locale. Il frutto delle sue ricerche è stato reso noto in occasione della recente inaugurazione della nuova cappella nella residenza per anziani.

Avogaro, consultando l'archivio parrocchiale della chiesa del capoluogo, scrigno di documenti su aspetti diversi della bassa Val d'Illasi, è riuscito a rinvenire la data e le circostanze dell'istituzione della prima cappella della villa, che risale al 1719 e aveva una curiosa collocazione: nella torretta con merli ghibellini che ancora oggi si affaccia su piazza Roma ed è parte integrante della facciata del palazzo.

«Il 13 settembre 1719, durante una visita pastorale, il vescovo monsignor Marco Gradenigo impartì la benedizione, alla presenza di numerosi fedeli, di una statua marmorea della Beata Vergine Concepta collocata proprio nell'antica torretta, chiamata “del livello”, di proprietà del conte Gaspare Portalupi», rivela Avogaro spiegando come proprio la piccola torre, tornata ora agli antichi splendori dopo gli ultimi lavori di restauro, fosse stata individuata in origine quale luogo di culto e preghiera. Rimase lì quasi per mezzo secolo.

«Nel 1760 con Breve Pontificia del papa Clemente XIII, fu poi eretto nel medesimo palazzo Portalupi, un oratorio privato dedicato a San Carlo Borromeo, allestito al primo piano della villa, verso la contrada Pescheria con cui confina un lato della villa. La prima messa vi fu celebrata due anni dopo dall'arciprete don Andrea Tonfolini», racconta Avogaro, aggiungendo che nella torre, nel frattempo, era stato installato un orologio che scandiva le ore: «Era l’unico sul Monte di Colognola tanto che, quando nel 1817 il conte Felice Portalupi lo fece togliere per le vicende militari del tempo, il Comune ne fece installare uno sul campanile della chiesa parrocchiale», fa sapere il sacrestano. «L’oratorio della villa continua a essere citato nei documenti fino al 1843, ma nelle visite pastorali fatte dal 1882 al 1907 non se ne parla più, forse perché la villa non era all'epoca abitata stabilmente dai conti. Che l'oratorio vi fosse ancora, però, è confermato dalla pianta dell'edificio allegata agli atti notarili nel 1916».

«Nel 1920 il parroco don Alessandro Marangoni», prosegue il sacrista, «comprò la villa e sei anni dopo vi aprì il ricovero per gli anziani, trasportando la cappella nel locale vicino alla grande scala nobile interna del palazzo; fu dotata di Privilegio Pontificio accordato alle suore Dorotee, che si occupavano degli anziani, con permesso del vescovo di conservarvi l'Eucarestia. Dopo la fabbriceria parrocchiale acquistò banchi e arredi sacri per la cappellina».

Avvertita la necessità di ampliare la piccola chiesa, «nel 1949 si abbattè un muro per allargare il locale, si costruì la sagrestia, si rifece la pavimentazione, si rinnovarono gli arredi e si aggiunse il confessionale. A decorarla venne chiamato il pittore veronese Pietro Negrini».

Ulteriori modifiche si apportano negli anni Settanta: «La necessità di installare l'ascensore nei pressi dello scalone, portò alla soppressione della sacrestia. Si adattò la cappella alle nuove indicazioni liturgiche del Concilio Vaticano II e», spiega Avogaro, «vi si collocarono un crocifisso e una Via Crucis in ferro battuto, opere di Berto da Cogollo».

A determinare l'ultimo spostamento del luogo di culto di Villa Portalupi sono state le nuove normative del 2002 per le strutture residenziali che, tre anni dopo, hanno indotto l'allora parroco don Giuseppe Facci a trasferire la cappella prima nel vicino salone al primo piano e poi al piano terra, dove tutt'ora è, potendo accedervi anche dall'esterno del palazzo.

Nel 2013 il parroco don Agostino Martinelli ha fatto costruire per la chiesetta un nuovo altare ligneo. La benedizione ora per mano del vescovo della medesima cappella, riordinata e arricchita negli arredi, è cosa dei giorni nostri così come la dedicazione a Santa Maria Bertilla.

Monica Rama

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