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Il maestro Sprea
è degno di... nota
«Vale una piazza»

Gli alunni del maestro Sprea si sono riuniti
Gli alunni del maestro Sprea si sono riuniti
Gli alunni del maestro Sprea si sono riuniti
Gli alunni del maestro Sprea si sono riuniti

Gli allievi del maestro Bruno Sprea, storico insegnante di musica lupatotino, si sono ritrovati per rivivere gli anni di scuola musicale, ma soprattutto per ricordare la bacchetta che ha insegnato loro a scoprire il mondo delle note. I musicisti sono intenzionati a chiedere al Comune l’intitolazione di una via o di una piazza in memoria dell’insegnante. «Ci siamo incontrati in quasi una trentina per un pranzo al ristorante», riferisce Gino Renon, che dal maestro Sprea ha imparato a suonare la fisarmonica. «Il maestro per molti di noi è stato una vera e propria guida nell’ambito musicale, insegnando musica a tanti lupatotini e a tante altre persone dei paesi limitrofi, nel periodo tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta perché con le sue indicazioni ha saputo mettere gli strumenti nelle mani delle persone, istruendoli e invitandoli a suonare. Ma è stato anche una guida in ambito culturale e comportamentale perché tramite la musica ha saputo far apprendere a tutti gli allievi che stare assieme per suonare era un valore in più che sarebbe rimasto tutta la vita».

«Il tempo gli ha dato ragione e l’incontro degli ex allievi lo dimostra, considerato che a distanza di quasi 50 anni dalla scomparsa del maestro, avvenuta alla fine degli anni 60, ci siamo rincontrati» .

Gli allievi del maestro sono stati tanti, centinaia. «Chi alla fisarmonica, chi alla chitarra, chi ai fiati, chi come cantante, ne citiamo alcuni, consapevoli di dimenticarne tanti altri», continuano gli organizzatori della rentrée. «Uno dei più noti fu Igino Maggiotto, seguito da Mario Zerman, Anna Maria Maggiotto, Gaetano Rizzi, Camillo Andreoli, Franco e Dario Sandrini, Giovanni Turri, Franca Sandrini, Luigino Miglioranzi, Bruno Veronesi, Ezio Aldegheri, Renzo Pigozzo, Renzo Bottacini. Luciano Benedetti e Carla Marani e altri che venivano a scuola di musica a San Giovanni partendo dai paesi limitrofi».

«L’amore per la musica si è poi trasmesso ai figli di questi e ai nipoti e sappiamo quanto bene la musica porti a unire. Sarebbe un bel gesto che al maestro Sprea venisse dedicata una via o una piazza, in ricordo della sua presenza qui».

Tutti i musicanti di San Giovanni Lupatoto che hanno più di cinquant’anni hanno imparato a suonare da Bruno Sprea (anche se il suo nome all’anagrafe era Dante), più conosciuto in paese con il nome di maestro Sgrendena.

Sgrendeni, nel gergo lupatotino, sono i capelli lunghi e incolti, sintomo di un po’ di trasandatezza e, se si vuole, segno di non conformismo, di vena artistica e di creatività. Bruno Sprea era un po’ di tutto questo e mai appellativo fu più azzeccato.

Nato in paese nel 1892 si avvicinò fin da giovane al mondo della musica e dello spettacolo. Fondò e gestì orchestre, gruppi musicali, sale di cinema e di spettacoli.

«Abitava in una piccola casa che si raggiungeva scendendo da un vicoletto pavimentato di sassi di fianco al vecchio cinema Ideal», ricorda ancora Renon.

«Lì impartì le prime lezioni, rivolte ai cantori del coro parrocchiale, poi si spostò in via Carso, dove oggi c’è la tappezzeria. Infine il suo studio trovò sede in via Matteotti».

Nel 1921 il maestro Sprea aprì in piazza Umberto I la sala cinematografica che chiamò Floreal, nome al quale era molto affezionato e che più tardi assegnò anche a orchestre da lui dirette.

La sua attività di insegnante di musica fu indefessa. La sua sala era frequentata ogni giorno da decine di ragazzi e ragazze. Fra il 1957 e il 1958 diresse molti concerti del gruppo Floreal che annoverava diciassette musicisti tra cui due trombe, due sassofoni, cinque fisarmoniche e tre chitarre, oltre alle voci.

Era anche un uomo di grande cuore. Spesso impartiva lezioni gratuitamente e anticipava di tasca propria la spesa per l’acquisto degli strumenti musicali.

Si spense all’ospedale di Zevio, dove era ricoverato per una grave malattia, nel 1969. Senza mai essere dimenticato dai suoi allievi.

Renzo Gastaldo

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