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Il gelo fa i primi danni alle viti
«In pericolo la qualità del vino»

I danni provocati alla vite dal gelo degli scorsi giorni
I danni provocati alla vite dal gelo degli scorsi giorni
I danni provocati alla vite dal gelo degli scorsi giorni
I danni provocati alla vite dal gelo degli scorsi giorni

«Aprile, non ti scoprire», avverte il proverbio, e sembrava una presa in giro fino a qualche giorno fa, quando le temperature erano più estive che primaverili.

Poi il brusco cambiamento e nella notte fra martedì e mercoledì si sono registrati nel Veronese valori invernali. Il freddo ha colpito duro e i danni sono evidenti sulle colture.

Le zone, più interessate dal gelo e rilevate da Flavio Menini e Massimo Merzari dell’Associazione «Estremi di Meteo 4», sono state Taiola di Monteforte d’Alpone con -2.4 °C, le località Fornello, con -1.5 °C e Cadellara con -1.3 °C di Colognola ai Colli, Marcellise di San Martino Buon Albergo con -0.6 °C e Tregnago -0.1 °C.

I conti si faranno nei prossimi giorni, perché il freddo non ha esaurito la sua forza e ancora fino a oggi potrebbero registrarsi ulteriori danni. Quelli più evidenti sono per ora soprattutto nelle basse valli centrali lessiniche come la valle di Marcellise, Mezzane e Illasi, ben visibili sui vigneti ma anche sulle colture orticole come i piselli, nel pieno dello sviluppo e le patate con i germogli ancora teneri.

Il freddo si aggiunge così ai danni di una primavera particolarmente asciutta, «ma perché il freddo in questa stagione sia veramente dannoso alle colture», spiegano Menini e Merzari, «è necessaria la combinazione di alcuni fattori. Innanzitutto, deve esserci l’entrata dell’aria fredda dalla porta della bora o dalle Alpi, com’è successo durante la giornata di martedì, con vento forte fino a 100 km/ora sugli alti Lessini e Monte Baldo, che ha accompagnato l’ingresso dell’aria artica nella Pianura Padana. Ma l’aria fredda entrata in questi giorni non avrebbe permesso il raggiungimento di temperature negative al suolo. Quindi un altro fattore che ha determinato le gelate», osservano i due esperti di Estremi di Meteo 4, «è stata la formazione di un cuscinetto freddo nei primi metri vicini al suolo. Il cuscinetto si è formato attraverso la sedimentazione dell’aria artica, che nei bassi strati subisce un raffreddamento radiativo. Cioè l’aria raffreddata, più pesante di quella circostante, scende verso il basso e va a riempire le depressioni come se fosse un fluido liquido gelido. Ecco quindi che l’attenuazione serale del vento e la presenza di cieli limpidi durante la notte, ha esaltato il secondo fattore».

Su una mappa dove l’Associazione Estremi di Meteo 4 ha disegnato le zone fredde dell’est Veronese, in condizioni di inversione, nelle zone depresse la temperatura è inferiore fino a 8 °C rispetto alle aree circostanti, differenza che si è manifestata anche nella notte tra martedì e mercoledì. Più colpiti sono stati i vitigni del Valpolicella (Corvina, Corvinone e Rondinella) che hanno una germogliazione precoce e i vigneti impostati con il sistema Guyot (a spalliera), con filari ad altezze molto vicine al suolo.

«Le gelate non sono state diffuse ma hanno interessato delle aree circoscritte che come associazione studiamo e monitoriamo da tempo», precisano Menini e Merzari, «e il caso di questi giorni non fa eccezione, essendo queste zone ben note per le loro caratteristiche morfologiche. Si tratta di depressioni naturali o antropiche, dovute alla realizzazione di argini o rilevati stradali, nelle quali gli agricoltori di un tempo si erano sempre astenuti dal coltivarvi piante sensibili al freddo come i vitigni rossi (Valpolicella classico) o l’olivo, preferendo quelli bianchi o colture cerealicole. Naturalmente il riscaldamento globale ha fatto sì che eventi freddi e tardivi di questa portata, adesso si verifichino sempre più raramente e con cicli più lunghi. Questo ha portato all’espansione della coltivazione della vite e dell’olivo, con ovvie conseguenze, seppur sempre più rare.

Per la vite, essendo ancora all’inizio del suo ciclo vegetativo, i danni ci sono ma si possono definire contenuti, nel senso che se il freddo ha colpito solo la foglia, lessandola, ma risparmiando il tralcio. I risultati, al fine, sia in quantità, sia in qualità, saranno sicuramente più scadenti.

Vittorio Zambaldo

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