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Il Gambero Rosso: Val d’Alpone
fa rima anche con Amarone

I vigneti Ca’ Rugate a Punta Tolotti al confine tra i comuni di Montecchia di Crosara e Cazzano di Tramigna
I vigneti Ca’ Rugate a Punta Tolotti al confine tra i comuni di Montecchia di Crosara e Cazzano di Tramigna
I vigneti Ca’ Rugate a Punta Tolotti al confine tra i comuni di Montecchia di Crosara e Cazzano di Tramigna
I vigneti Ca’ Rugate a Punta Tolotti al confine tra i comuni di Montecchia di Crosara e Cazzano di Tramigna

Val d’Alpone terra di eccellente Amarone: lo dice il Gambero rosso. Per la prima volta nella guida più prestigiosa del bere di qualità la Val d’Alpone viene citata come terra del pregiato rosso: a regalare questa passerella alla zona è Punta Tolotti, un’area nel comune di Montecchia di Crosara a 400 metri di altitudine. è dalla Corvina, dal Corvinone e dalla Rondinella (i tre vitigni che stanno alla base dell’Amarone) coltivate nei 30 ettari sul confine con Cazzano di Tragmigna che l’ azienda agricola Ca’ Rugate ha fatto nascere il suo Amarone Punta Tolotti 2012 che vale, nella guida appena uscita, i prestigiosi Tre bicchieri del Gambero rosso.

«PER L’AZIENDA questo riconoscimento è ciò che completa il medagliere», dice Michele Tessari (Ca’ Rugate), «perché da anni veniamo premiati e sempre con vini diversi, ma è quello per questa area il riconoscimento che ritengo più importante».

Fino a ieri, giorno in cui i severi giudici del Gambero hanno sciolto l’embargo sui nuovi Tre bicchieri, la Val d’Alpone era nota per la compresenza di due Denominazioni di vini bianchi, cioè il Soave col Recioto di Soave e il Lessini Durello. Con questi Tre bicchieri c’è la consacrazione anche per quelle aree residuali, per di più in territorio di Montecchia, che ricadono nel disciplinare di produzione dell’Amarone. Sono tutti in territorio monscledense i cru del Valpolicella e dell’ Amarone in Val d’Alpone: a Mirabello, Bastia, Steccanella, Brustoloni e, appunto, Tolotti.

L’area alla quale il Gambero Rosso regala oggi notorietà è un fazzoletto di 30 ettari a 410 metri di altitudine sul confine con Cazzano di Tramigna: l’azienda della famiglia Tessari la acquistò nel 2001 quando decise di misurare anche sui rossi la capacità maturata coi bianchi. È lì che nascono il Valpolicella Rio Albo, il Valpolicella superiore Campo Lavei, l’Amarone Punta Tolotti e L’Eremita, il Recioto della Valpolicella. «Sono produzioni ancora di nicchia, si tratta complessivamente di 150 mila bottiglie sulle 600 mila della produzione complessiva, ma per noi rappresenta la voglia di metterci in discussione, di scommettere su aree straordinarie in cui crediamo molto e a due passi da casa, com’è nella nostra filosofia».

RITROVARSI citati come terra di Amarone, per chi ha lungimiranza, significa poter costruire su questo potenziale un’immagine ancora più ricca, eterogenea e interessante per Montecchia in primis e per la valle più in generale: se è vero che un’identità forte caratterizza (vedi l’indiscussa vocazione per i bianchi), la versatilità arricchisce. Il punto di contatto sta nel substrato, cioè in quei suoli antichissimi che nascondono i tesori geopaleontologici per cui la Val d’Alpone ha avviato l’iter di riconoscimento Unesco, e il patrimonio di conoscenze, tecniche e cultura in vigna che ha finito col plasmare le civiltà della valle. C’è spazio pure per l’ironia perché: un Amarone che dalla Valpolicella «trasloca» in Val d’Alpone innesca già curiosi dibattiti... identitari.

Paola Dalli Cani

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