<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il cielo stellato DiVino Brillano 600 bottiglie

L’installazione artistica «Un cielo... DiVino»  a Porta Verona a Soave FOTO PECORA
L’installazione artistica «Un cielo... DiVino» a Porta Verona a Soave FOTO PECORA
L’installazione artistica «Un cielo... DiVino»  a Porta Verona a Soave FOTO PECORA
L’installazione artistica «Un cielo... DiVino» a Porta Verona a Soave FOTO PECORA

Si chiama «Un cielo... DiVino» l’installazione artistica dentro Porta Verona che da ieri accoglie i visitatori di Vinitaly and the City a Soave: 600 bottiglie (piene) provenienti da tutte le cantine del Comune di Soave che i volontari dell'associazione Amici delle antiche torri hanno appeso all'interno dell'accesso principale alla cittadina murata. Nel ore notturne, il soffitto di bottiglie viene illuminato da piccole luci a led, somiglianti alle stelle nel cielo, che brillano e si riflettono sul vetro delle bottiglie (ecco il perché del titolo). «Questa installazione particolare, mai realizzata in precedenza, rimarrà allestita fino alla terza domenica di maggio, in occasione della Festa medioevale del vino bianco», annuncia il presidente degli Amici delle antiche torri, Ciro Bertolazzo. «Devo ringraziare l'amministrazione comunale, che ci consente di usare questi beni pubblici e ci sostiene nelle nostre iniziative, a favore degli eventi che si svolgono in paese». «La vite è stato il primo albero piantato da Noè, dopo il diluvio», ricorda dalla Genesi Piero Zampieri, vicepresidente del sodalizio, «e il vino è sempre stato considerato il nettare degli dei». Durante la prima giornata del fuori salone di Vinitaly a Soave, a Palazzo del Capitano, il Consorzio di tutela del Soave e del Recioto di Soave ha intanto consegnato ai 13 sindaci delle colline vitate dove si produce il vino Soave il riconoscimento ufficiale del primo paesaggio rurale italiano. «Le colline vitate del Soave sono un paesaggio storico caratterizzato dalla coltura della vite, che affonda le proprie radici nel periodo Romano. La sua matrice vinicola giunge a completa maturazione nell'Ottocento e l’area oggi possiede anche notevoli pregi estetici paesaggistici, soprattutto in relazione all’avanzata dell’urbanizzazione della pianura, che si estende a sud dell’area collinare. Questo paesaggio è anche candidato dalla Fao, per l’iscrizione al programma mondiale Giahs»: questa in sintesi la motivazione con la quale il Soave è stato iscritto nel registro dei paesaggi rurali di interesse nazionale. Un riconoscimento che apre il comprensorio della denominazione ad una serie di nuove opportunità, alla luce del nuovo decreto attuativo dell’articolo 7 del Testo unico del vino, riguardante le vigne e i paesaggi storici. Per salvaguardare questi paesaggi è stato infatti costituito l’Osservatorio nazionale del Paesaggio Rurale, che ha il compito di censire i paesaggi e promuovere l’attività di ricerca che ne approfondisca i valori connessi al fine di mantenere la diversità bio-culturale. I paesaggi ad oggi iscritti nel Registro nazionale sono dieci. “Quest'anno la denominazione del Soave compie 50 anni”, ha ricordato ieri il direttore del Consorzio di tutela, Aldo Lorenzoni, “e nel 1967 nacque anche il Vinitaly. Un bel gioco di squadra tra Fiera, Cantina, Consorzio e Comune, che ha portato il Vinitaly per la prima volta a Soave”. •

Zeno Martini

Suggerimenti